Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e so/ilo.qui glioli, tutta la Camera si mise contro i fascisti. Questi erano annientati. E si ebbe la crisi. Ma al riaprirsi della Camera, dopo lo sciopero generale, i fascisti erano ridiventati audaci e violenti; insultavano a sangue nell'aula i socialisti, e questi rimanevano in silenzio senza osare nessuna reazione.) Dopo queste notizie Modigliani mi parla del suo viaggio a Parigi in questi giorni per la questione della Ruhr. I socialisti italiani non contano nulla, come non conta nulla l'Italia. Il 20 marzo, adunanza a Parigi: francesi, inglesi, belgi, italiani. Man– cavano i tedeschi. Inutile discutere senza di essi. Furono mandati a Berli– no a discutere Auriol francese, Shaw inglese, Huysmans belga, Matteotti. In attesa del ritorno, Modigliani andò ad assistere alla seduta della Camera del 29 marzo. Ebbe un'impressione disastrosa: la grande maggio– ranza della Camera, compresi molti radicali, sono per la occupazione poli– tica della Ruhr e della riva sinistra del Reno. Questo fu chiaro da tutte le intenzioni e da tutti gli applausi e tumulti della destra. 30 marzo, riunione coll'intervento dei reduci da Berlino. A Berlino si era combinato un progetto, in cui erano affrontati i due lati delle sicurezze e delle riparazioni. Le sicurezze erano trattate a base di Società delle Na– zioni e di trattati di non aggressione. Per le riparazioni c'era un progetto molto serio: la Germania pagherebbe altri 30 miliardi oro, prestito interna– zionale, moratoria tre anni, garanzia, dogane, e entrate delle ferrovie. Le notizie, che danno in questi giorni i giornali sulle idee ventilate da Lou– cheur in Inghilterra, coincidono stranamente con gli accordi socialisti di Berlino. Ma questi accordi non si debbono pubblicare, perché i socialisti tedeschi temono di essere accusati come traditori. Modigliani fece osservare ,che le proposte erano ottime e pratiche. Ma occorreva sistemare anche il problema dei debiti interalleati: se no, la Fran– cia si trovava a mani vuote. MacDonald si oppose, perché allora la sistemazio– ne sarebbe avvenuta a spese dell'Inghilterra. Modigliani è assai pessimista. Bracci, andato a Firenze, dice che al "Club Florentia" l'aria è mutata. Sono tutti sempre mussoliniani; ma sono tutti oramai antifascisti. Trovano che Rossoni è intollerabile. Vogliono evidentemente sbarazzarsi delle orga– nizzazioni operaie fasciste. E la soluzione sarà probabilmente la dittatura militare, alla quale aderirà Mussolini, per rimanere sempre sul candeliere. I Bracci mi dicono che Visconti Venosta parlava non è molto di un mi– nistero Giardino! !! Peggio che andar di notte. Che il liberalismo di Albertini ci porti a Giardino? Bracci racconta che a Montepulciano si vendevano una volta 30 copie dell'Avanti!; poi scesero a tre; ora sono tornate a 30. Ieri sera Ferrara mi disse che Mussolini avrebbe mandato volentieri Sforza a Losanna. Schanzer ha raccontato che nel fare le consegne a Mus– solini gli disse degli accordi con Sforza per Losanna, e Mussolini consenti. 183 8 1 ,teca Gino Bianco

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