Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul f tt.scismo 1° agosto. Riunione in casa Nitti. Non si conchiude nulla; perché la cri– si oramai si è risoluta in un disastro. Modigliani mi dice durante la conversazione che dopo Caporetto, il 30 ottobre 1917, Turati, Treves, Modigliani ebbero una conversazione con Or– lando. Modigliani fu a Roma fino all'8 settembre. Poi andò in Germania. Tor– nò qui ai primi di ottobre. Allora fu annunziata la marcia su Roma, subito smentita. Stette a Marsiglia dal 15 ottobre ai primi di novembre. Quindi parla per informazioni ricevute in seguito di questo periodo critico. Anche a lui risulta delle trattative per la combinazione Giolitti-Mus– solini, intermediari Lusignoli e Corradini. Pare che le trattative fossero conchiuse. Corradini Camillo tornò a Roma la sera, alcune ore prima che avvenisse la mobilitazione fascista, convinto che oramai tutto fosse a po– sto. Andò a letto; e la mattina, svegliandosi, trovò che tutto era saltato per ana. Mussolini partf da Milano con una lista prevalentemente economica e tecnica. A Roma dové cambiarla verso destra per le pressioni dei nazio– nalisti. Le violenze a Roma, contro l'ufficio centrale della Confederazione del lavoro, furono fatte, non dai fascisti, ma dai nazionalisti. Sui motivi per cui il re revocò lo stato d'assedio, Modigliani è convinto che il re aveva firmato il decreto. Federzoni arrivò al Quirinale, e ott~nne dal re che vedesse De Vecchi: che cosa abbiano detto non si sa. Il re si spaventò della notizia che il duca d'Aosta era coi fascisti. Italo Balbo poté entrare in Roma, la mattina, senza incontrare difficoltà, nonostante la città fosse occupata dalle truppe. Vedere un bozzetto pubblicato dal Giornale di Roma. (Anche Ozzo mi disse che egli vide che la mattina la truppa lasciava passare i fascisti liberamente. Questo conferma la opinione di chi crede che gli ufficiali fossero coi fascisti. Ma tutti dicono che i fascisti avevano paura. Si faceva a chi avesse piu paura.) Modigliani dice che a Milano Mussolini fu veramente tenuto in arre– sto, per ordine del generale Cattaneo. Ne è sicuro per averlo avuto da fonte certa. Lusignoli ordinò la scarcerazione. Cattaneo rifiutò. Discussero con violenza. Quando da Roma arrivò la telefonata, che domandava che Musso– solini venisse al telefono, Cattaneo dové liberare Mussolini. La sera dell'arrivo di Mussolini a Roma, Baldesi sentf dire che si par– lava di lui come ministro. Si precipitò da Acerbo a domandare quel che c'era di vero, e a dire che accettava. Ma erano tutte chiacchiere senza con– tenuto. Forse Mussolini pensò per un istante a Buozzi. Ma trattative non ce ne furono. Lo sciopero ferroviario del 31 luglio fece saltare verso destra i popolari (Torraca mi raccontava che, alle notizie dell'assalto dato alla casa cli Mi- 182 BiblotecaGino Bianco

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