Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

A-efaziont è stato finalmente domato? È diventato, finalmente, difensore del ricco, apologista di brutalità, ripetitore di leggende?" i.A conclusione della "malaugurata controversia" fu riassunta da un altro giornale, The Nation, cosi: "Come ammettono perfino i suoi ammira– tori, il signor Shaw fu messo completamente knock out dal professor Sal– vemim· nel primo match... Le sue difese lasciano insoluto un problema: come mai è successo che uno degli uomini piu di buon senso e piu gene– rosi, un nemico eterno della violenza e dell'oppressione si trovi oggi, alla sua tenera età, a correre in aiuto di Mussolini, trionfatore contro la libertà." Molti anni dopo, nel 1954, lo stesso Salvemini, nella prefazione che scrisse nella riedizione della polemica (in un volumetto pubblicato da Guan– da) spiegò questa apparente contraddizione come dovuta al gusto di Shaw di scandalizzare la grande maggioranza degli inglesi, e aJla sua "vena di crudeltà beffarda per tutto quanto fosse debolezza e non forza. 11 i.A gente si divertiva ai suoi giochi pirotecnici, ma non ci credeva. Gli stessi conser– vatori, che sfruttavano Mussolini ai fini della loro politica internazionale, non presero mai sul serio né Mussolini né Shaw. "In Mussolini non vede– vano che un avventuriero da utilizzare. E Shaw era per loro il saltimbanco nazionale, che in questo caso mobilitava, a loro servizio, la zona frenaste– nica dell'Inghilterra, che si trova, piu o meno vasta, in tutti i paesi del mondo." Ed effettivamente c'era, al fondo di Bernard Shaw, un'assenza di solide radici, cioè di tradizioni e di ricordi che lo legassero agli altri uomini. Questa fu, probabilmente, la ragione interna dell'indole nomade del suo pensiero, e di taluni suoi atteggi'amenti bizzarri e affermazz·oni cervellotiche che non avevano nessuna relazione con la verità. Lo stesso G. K. Chesterton, uno dei piu acuti interpreti della personalità di lui, rz·levò che la sua coe– renza intellettuale era artifidosamente gonfiata dalla vanità. "si· deve am– mettere che parecchz'ecose di Shaw possono essere definite show" ( cioè esi·– bizione ). Questo, a suo gi'udizio, era un tratto di infantile debolezza non disgiunto da una certa infantile innocenza. * Salvemini passò il 1928 a Londra continuando con ininterrotto slancio sui giornali la sua polemica contro i fascisti' italiani capitanati da Luigi Vi/– lari, nonché contro i filofascisti inglesi, come C. Patrick Thompson, il maggiore F. Strachey Barnes, la sz'gnoraM. D. Petre, la signorina A. Lion (di origine francese). Non si dette tregua. "Mi serviva da pungolo," scris– se nelle Memorie di un fuoruscito, "il pensi'ero di quelli che in Italia fa– cevano vita ben piu pericolosa della mia. Ogni minuto che sottraevo al mio compito di secondarli meglio che potevo, mi sarebbe parso indègno di perdono.,, In questa battaglia, sentiva una certa ripugnanza a maltrattare Luigi XIX BiblotecaGino Bianco

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