Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo liberazione di non farsi espellere. E questa deliberazione negativa di non farsi espellere, diventò via facendo la idea positiva della occupazione. Fu un espediente di lotta economica. I comunisti facevano baccano perché si facesse la rivoluzione. Ma invitati da D'Aragona ad assumere la direzione del movimento rivoluzionario, rifiutarono: volevano fare la rivoluzione per " ,, procura. Elezioni del 1921. In fondo grandi violenze non ci furono. Se ne ebbero nell'Umbria e nel ferrarese, eppoi "le solite elezioni meridionali" (che evi– dentemente sono accettate come fatto normale nel Nord). I fascisti sospesero le violenze l'ultima settimana perché i socialisti "fe– cero il morto." I fascisti credettero di avere vinto; e si trovarono con una grande sorpresa. La discussione elettorale fu eliminata automaticamente dal novero di quelle su cui dare lotta al Ministero, perché non era sentita da nessuno. Ci fu un tentativo per portare la lotta su questo terreno, ma naufragò (eppure era questo il terreno piu profondamente sentito allora dalle moltitudini, spe– cialmente rurali! I deputati socialisti dimostrarono allora di essere fuori del– la realtà). Spiegando la tattica parlamentare, che portò i socialisti ad allearsi coi fascisti contro la politica di Sforza, Modigliani spiega che "occorreva non provocare tumulti fuori." (Eufemismo per dire che i deputati temevano di essere bastonati. Questa paura fisica ha impedito sempre loro di affrontare i fascisti nella Camera.) Lo porto sul terreno delle trattative fra popolari e socialisti nel 1922. Modigliani è della opinione che i popolari non hanno mai voluto sul serio l'accordo: a loro conveniva trattare coi socialisti per riverniciarsi di fronte alle moltitudini; ma non facevano sul serio. (Credo abbia ragione per la maggioranza dei deputati popolari, non per gli elementi di sinistra, che però erano scarsi.) Turati, Mazzoni, "gli organizzatori agrari" sperarono nella alleanza. Modigliani non ci credeva. E teneva coi popolari un atteggiamento aggressi– vo per costringerli a prendere posizione o a destra o a sinistra. Prima fece andare a picco la discussione del progetto sulla scuola. Poi li mise alle stret– te nella discussione della legge sul latifondo (Torraca mi ha raccontato che in questa discussione Modigliani mise i popolari alla disperazione ...). Quando venne alla Camera in discussione l'annullamento dei deputati inferiori ai 30 anni, Modigliani sosteneva che occorreva convalidarli e at– tenuare il limite della eleggibilità, per rimanere coerenti con le loro pre– cedenti dichiarazioni. Il gruppo era per l'annullamento: per sentimento _di rappresaglia contro i fascisti. Siccome i fascisti si misero a minacciare rap– presaglie, popolari e socialisti si rivoltarono. E allora anche Modigliani pas– sò a votare l'annullamento. (Ricordare che i fascisti, i quali avevano minac– ciato la rivoluzione, non si mossero!) In quella occasione si ebbe la impressio– ne che occorreva arrivare ad un accordo regolare coi popolari. 178 BiblotecaGino Bianco

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