Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui non facesse troppo rumore. Mussolini non obbedisce, ed ora vuol passare il tamburo ai generali. Ma questi, alla loro volta, saranno disposti a fare solo quel tanto di rumore che converrà al Corriere della Sera? I generali, oramai, hanno spremuto dal fascismo tutto quello che potevano spremere. Ora pen– sano a nuove combinazioni politiche per nuovi organici, nuove indennità, nuove promozioni. Passeremmo dal regime attuale di diarchia fascista-mili– tarista ad un regime di vero e proprio dispotismo militare. Preferisco Musso– lini a Giardino! Tutto il male che i fascisti hanno potuto fare è stato voluto e diretto e consentito dai militari. Non credo che questi assassini professionali, liberati da ogni freno, possano fare altro che bricconate e stupidità. È pre– feribile l'altra soluzione: che Mussolini a poco a poco riconduca il paese a condizioni politiche normali. Ma è uno squilibrato, ed è circondato da cri– minali. Quindi non vedo come si possa evitare il... liberalismo a base di di– spotismo militare voluto da Albertini. La verità profonda è che il popolo italiano non ha una classe dirigente capace di governare con intelligenza e disinteresse morale con le regole di nessun regime; o soviettismo o dittatura militare, il paese resta sempre quello che è: un popolo lavoratore tutt'altro che stupido, governato da una minoranza di stupidi e di ladruncoli volgari. Anche Amendola in dicembre mi parlò di una dittatura militare come soluzione.) Albertini è contrarissimo alla politica ferroviaria del governo per l'Italia meridionale: trova che le ferrovie, che si vogliono costruire, sono assurde eco– nomicamente; bisognerebbe costruire strade, strade, strade e sviluppare il tra– sporto delle merci per camions e le comunicazioni automobilistiche per pas– seggeri. (A me pare che abbia ragione; ma perché non fa, oltre alla campa– gna negativa contro le ferrovie, anche la campagna positiva per le strade? Perché non si dice contro il sussidio governativo alla Milano-Laghi, via auto– mobilistica, che dovrebbe essere costruita dai lombardo.veneti e non da noi?) Albertini dice che sta serivendo le sue memorie. Mi domanda notizie sulla Triplice. Gliele dò: quando avrà scritto le memorie, verrà a Firenze a interrogarmi su certi punti per essere sicuro di non errare. Gli spiego il sistema diplomatico del 1902, che egli non conosce bene. Mi dice che Prinetti aveva la sifilide. Perdio, comincio a convincermi che la storia politica debba spiegarsi tutta con la sifilide. Anche Burcardo, sulla fine del '400, spiegava col mal francese tutta la politica della corte pontificia. Albertini mi fa un ragionamento finanziario, che mi colpisce per la sua paradossale semplicità. Prima della guerra avevamo 14 miliardi di lire-oro debito pubblico. Oggi il debito interno è 82 miliardi carta. Riducendoli in oro, abbiamo 20 miliardi di debiti oro. Cioè la guerra ci ha aggravati di soli 6 miliardi di nuovo debito in lire-oro. Se consolidiamo il bilancio, e se ci liberiamo dal debito estero, siamo salvi e ci troviamo in una situazione finanziaria eccellente. Emettendo carta moneta, e pagando gli interessi del debito pubblico in lire-carta, che valgono 25 centesimi, abbiamo fatto un elegante fallimento, che ha ridotto il nostro debito a 1/ 4 di quello che sa- 175 BiblotecaGino Bianco

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