Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

,; Memorie e soliloqui che una sola persona le leggerebbe: e questa sicurezza è impossibile ad ot– tenere. Domani spero di mettere al sicuro questo quaderno. Ma finché i quaderni non sono al sicuro, non mi sento il coraggio di scrivere tante cose, in cui un occhio estraneo non deve entrare a néssun patto. Eppure mi pia– cerebbe assai riandare al mio passato I Forse potrò farlo piu libero da preoc– cupazioni quando sarò un po' piu vecchio. 21 Roma, 7 aprile Ieri sera in casa Bracci vidi Ferrara, Francesco Fancello, Morra di La– vriano, Torraca, Ozzo (un Ozzo, ma l'altro, siciliano). Tutti d'accordo nel– l'affermare che gli ufficiali dell'esercito sono pieni di dispetto contro gli uf.– fìciali della milizia nazionale, meglio pagati e privi di qualunque rigué!rdo per gli ufficiali di carriera. Questo del dissidio fra l'esercito regolare e la mi– lizia fascista è uno dei punti piu deboli del regime mussoliniano. Ma mi par chiaro che i piu forti sono i militari di professione. I militi fascisti non inquadrati costantemente e non pagati, ben presto si stancheran– no del "servizio," e non risponderanno piu al comando degli ufficiali. Que– sti, che sono pagati, saranno ben presto fatti segno all'invidia dei gregari. Una campagna giornalistica di pochi giorni li isolerà dalla massa. E sarà facile allora destituirli senza resistenze apprezzabili, piu ancora che non sia stato facile sciogliere la guardia regia. Francesco Fancello, amico di Lusignoli, mi disse di avere saputo da Lu– signoli che le trattative di Giolitti con Mussolini non avevano dato resultato definitivo prima del congresso di Napoli. Giolitti voleva avere le mani sui ministeri degli Interni, degli Esteri, della Guerra. Mussolini non si conten– tava di una posizione che non fosse eminente, se non preminente. Giolitti metteva Mussolini nel bivio: o accettare prima del congresso di Napoli, o Giolitti faceva il ministero senza di lui e contro di lui. Con queste trattative di Giolitti-Mussolini, intermediario Lusignoli, si deve mettere in relazione il tentativo di lanciare avanti D'Annunzio. Chi la– vorò molto a questo scopo fu Rossini, sottosegretario alle pensioni militari. La rappresentazione della Fedra fu voluta per preparare l'entrata trionfale a Roma di D'Annunzio. I mutilati dovevano fare il coro. Anche i combattenti erano scritturati: Ferrara portò ad Amendola la nota di quelle sezioni di combattenti ai cui rappresentanti doveva essere facilitata la venuta a Roma pel 4 novembre, e di quelli che non dovevano essere lasciati arrivare. D' An– nunzio, a cose fatte, rimproverò i capi dei mutilati di averlo voluto utilizza– re a servizio di Giolitti. Facta era informato del progetto. Mi pare ora di vedere chiaro finalmente! Giolitti voleva fare l'accordo c~m Mussolini in condizioni vantaggiose, e ammassava forze per mettere Mus- 21 Qui finisce il quarto quaderno del Diario. [N.d.C.] 171 BiblotecaGino Bianco

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