Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Prefazione c'era che la galera; o l'ordine era stato dato a sua insaputa dai suoi colla– boratori piu intimi, e allora si era circondato di assassini, se non era lui stesso un assassino e in questo caso, senza andare in galera, doveva libe– rarci dalla sua presenza. 11 I dimostranti' percorsero il centro della città al grido "Viva Matteotti. 11 I fascisti demoralizzati non si mossero. Ma nel novembre, quando riprese il corso all'Università, trovò la sua aula invasa da camicie nere, che facevano disordine. "lo spifferavo la mia lezione come se nulla avvenisse di anormale; ma occorreva che mi domi– nassi assai· per non perdere le staffe." Ai primi del 1925, dopo il discorso di Mussolini del 3 gennaio, colla– borò al foglio clandestino Non mollare, i"deato dai suoi amici, Carlo e Nello Rosselli, Nello Traquandi', Dino Vannucci ed Ernesto Rossi, il suo Il • • 111 primogenito. "Cosa bella e mortal passa e non dura. 11 Ernesto Rossi' ripeteva: "Fra pochi mesi saremo tutti dentro. 11 L'8 giugno Salvemini fu dichiarato in arresto. "Le poche settimane che passai fra il giugno e il luglio 1925 in prigione a Roma e a Firenze (commenta sempre nelle Memorie di un fuo– ruscito) contano fra le migliori della mia vita. O gradito riposo dopo tanti mesi d'i'nquietudine continua! 11 Ugo Ojetti, che l'andò a trovare in carcere per fedeltà all'ami'dzia, piu forte in lui della prudenza politt'ca, conferma questa confessi'one: "Entra Gaetano Salvemim', vestito di' tela, con la ca– micia senza il colletto: 'Ah, sei· tu. Grazie.' Grosso, calvo, i'lare, gli' oc– chiali a stanghetta, la barbaccz'apiu curata che d'ordinario. Non lo vede– vo da quasi un anno, e lo trovo saldo e aitante ... 'Insomma come ti trovi?' 'Se t'ho da dire la· verità, bene... Vengo correggendo le bozze che mi manda Le Monnier per la mia Storia della Triplice, e poi studio.' 'Fa molto caldo nella tua stanza?' 'Non mi umi'liare. Ho due stanze, non una stanza, e a tramontana: i'n una dormo, nell'altra lavoro. Lussi che non mi sono mai permessi'."' (Da un articolo di Ojetti, pubblicato postumo nel Corriere della Sera del 14 settembre 1957). Si istruiva intanto il processo del Non mollare. Salvemini fu messo in libertà provvisori'a in attesa che il tribunale gi'udicasse l'um'co testimone di accusa, il tipografo-spia. Il 16 agosto, partiva clandestinamente per la Francia, attraverso il passo del Pi'ccolo San Bernardo, in automobile amica. Di qui·, ritornò fra i suoi amici di' Londra, dimettendosi, il 5 novembre, dal suo ufficz'o di professore dell'Università di Firenze, "perché, 11 scrisse al Rettore, "la dittatura fascista aveva soppresso quelle condizioni di Zz'bertà, mancando le quali l'i'nsegnamento universitario della Storia - quale io lo intendo - perde ogni dignità, perché deve cessare di essere strumento di libera educazione cz'vz'lee ridursi a servile adulazione del partito domi– nante. 11 Il senato accademico protestò e comunicò il suo voto al ministro 1 La riproduzione fotografica dei numeri usc1t1, con tre saggi storici di Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, usd a Firenze, Nuova Italia, 1955. xv BiblotecaGino Bianco

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