Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui lungo: due colonne o due colonne e mezza. Mi pare che~ pubblicato nel primo numero, stabilirebbe la posizione del giornale nel conflitto franco-germanico. Seguirebbero altri articoli per chiarire i singoli lati del problema. Non fumo col mio nome: 1) perché il mio nome sarebbe un peso pel giornale; 2) perché non sono popolare neanche di si– nistra, e non voglio che nasca nessun equivoco sui miei connotati. Sono tuo amico; ho fede in te; sento il dovere di aiutarti; do le mie id~e a chi vuole: ma rimango lìempre me stesso, selvaggio, fuori di ogni partito. Se leggendo qualche mio manoscritto, trovi che ti conviene farlo passare come articolo direttoriale senza firma, fa' pure: ma in questo caso deve essere un segreto fra te e me che l'articolo è mio. Gli altri pubblicali con la firma il pensionato. E tieni riservato, per quanto ti è possibile, che il pensionato sono io sempre per evitare un equivoco, che mi costringerebbe a discutere, spiegare, polemizzare sul terreno personale: operazioni fastidiose, di cui non ne voglio piu sapere. Perciò amerei corrispondere con te solo, ed essere certo che le mie lettere non saranno aperte da altri. 31 marzo Il nuovo giornale, diretto da Donati, è stato accolto come il cane in çhiesa dai giornali del trust clericale, finanziato dal Banco di Roma. Il Corriere d'Italia arriva a dire che il partito popolare si scinderebbe, se il nuovo gior– nale fosse organo personale di don Sturzo. L'on. Tovini dichiara che uscirebbe dal partito popolare se questo disdi– cesse l'appoggio al ministero Mussolini e l'alleanza coi fascisti. Carlo Piacei scrive alla sorella che ieri l'altro sera, in un pranzo m casa Sermoneta, la principessa di San Faustino, americana, si ubriacò 1n modo che dovette andarsene via. E pensare che questa gente pretende di formare i gradini superiori della gerarchia sociale. La signora Sofia Cammarota mi ha raccontato due aneddoti su Bonghi e Martini. Bonghi le diceva: "È naturale che Martini scriva cos1bene: non ha nulla da dire." E Martini: "Bonghi domanda perché la letteratura italiana non è popolare; per trovare la risposta, basta leggere quel che scrive lui." La signora Cammarota mi ha raccontato che Musco, andato a visitare Mussolini, fu interrogato dagli amici sulla impressione ricevuta. Rispose raccontando la storiella dell'oste, che ordinò a un pittore per l'insegna dell'osteria un leone. Discutendosi il prezzo, il pittore gli propose un leone incatenato per un prezzo, e un leone senza catena per un prezzo minore. L'oste prefed il prezzo minore e il leone senza catena. Ma alla pri– ma acquata il leone si stinse e sparL L'oste si lamentò di essere stato truf– fato. E il pittore gli rispose: "Me l'avevi ordinato senza catena: e lui se n'è andato." Non avete capito? No. Eppure è chiaro: Mussolini è il leone; ora bisogna vedere se è incatenato o scatenato; se reggerà alla prima ac– quata. Che Musco sia il solo uomo serio rimasto in Italia? 161 Bibloteca Gino Bianco

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