Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo le case dei socialisti erano perquisite per il sequestro delle armi; disarmati gli uni, mentre gli altri erano armati, nessuna resistenza fu piu possibile da parte dei contadini. Una sera fu fatta scoppiare una zippe davanti alla porta della casa dell'avv. Barbarossa: la porta saltò per aria. Dirimpetto al– la casa c'era la caserma dei carabinieri: nessuno si mosse. Le elezioni poli– tiche del maggio avvennero senza il controllo dei socialisti: in ogni cabina c'era un fascista, che controllava il voto. Rossi raccontava di avere, all'agrario, sentito raccontare da un grosso proprietario di Pontassieve come erano state fatte le elezioni comunali a Pontassieve: i fascisti andavano in giro coi camions, prendendo i contadi– ni perché venissero a votare; chi rifiutava di venire, era minacciato dell'olio di ricino. Gli elettori non potevano entrare nella cabina: ricevevano la scheda, e come l'avevano ricevuta dovevano metterla nell'urna. Quel pro– prietario trovava che tutto ciò era ben fatto. Trovava non ben fatto di do– ver pagare ai fascisti una tassa proporzionata alle sue terre. Non riesciva a capire che questo era il pagamento inevitabile del servizio, che i fascisti gli hanno reso facendo le elezioni a quel modo. Il Rossi diceva che le elezioni amministrative hanno mandato ovunque al potere della gente ancora piu ignorante, piu incapace, e piu sperperatrice che non fossero i socialisti e comunisti. Un alto funzionario della prefettu– ra di Arezzo diceva: "Bisognerebbe, queste nuove amministrazioni, scio– glierle tutte entro pochi mesi; ma dobbiamo tenerle su, perché sono gli ordini da Roma." 3 marzo L'Associazione pel Mezzogiorno ha pubblicato un Almanacco per il popolo siciliano a base di mitologia cattolica. Non mi resta che dimettermi da consigliere. Ma prima chiedo consiglio agli amici. Metto in questo qua– derno una copia della lettera. Ogni giorno che passa mi convince della necessità di chiudermi sempre piu in me stesso, rifuggendo da ogni parte– cipazione a qualunque forma di azione politica collettiva. Forse passerà questo periodo di obliquità intellettuali e morali. Ma ci vorranno, temo, parecchi anni prima che la esperienza abbia liquidato queste obliquità. E non vale la pena di mettersi a fare il Don Chisciotte. Potessi andarmene via dall'Italia! Oramai non ho piu che questo desiderio! Ho parlato con Ojetti per circa due ore. Non è andato a Gardone dopo il marzo 1922. Non ha visto mai D'Annunzio da circa un anno. Non ha avuto nessuna parte in trattative di retroscena con D'Annunzio. Mi pare estremamente difficile che non mi abbia detto la verità. Parlando di D'Annunzio, lo dice assolutamente rammollito. Ojetti ha parlato con Lusignoli, prefetto di Milano, e ne ha ricavato notizie e impressioni preziose. 144 BiblotecaGino Bianco

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