Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui L'ultimo tentativo d'accordo fu fatto da Orlando. Questi andò a Ca– vour (vedere la data nei giornali), e tornò offrendo a Mussolini una intesa a condizioni assai piu larghe. Ma Mussolini rifiutò dicendo che oramai era tardi e aveva assunto impegni con Salandra. Ma quando Salandra ebbe l'in– carico, i fascisti erano già in moto; e Mussolini, anche ora disse che era troppo tardi. "Mussolini giocò abilissimamente Giolitti e Salandra." Allora domandai se non c'era stato anche un tentativo per un accordo Salandra-D'Annunzio per escludere Giolitti, e cooptare Mussolini in sottor– dine. Mi rispose che non gli resultava. Ma questa risposta non può fare te– sto sicuro: Martini è sempre assai legato a Salandra; e non è autorizzato a scoprire l'amico. Martini disse di avere tempestato di postille le Memorie di Giolitti, rettificando le numerose bugie, che contengono. Raccontò di avere visto coi suoi occhi le istruzioni date a Saletta (in che data?): occupare Massaua, rimanervi con grande cautela, ed eventual- "f ' l . ' fi K "I mente are tutt a pm una punta no a artum . Depretis non s'interessava affatto di politica estera. Diceva che 1 pro– fessori lo seccavano, ma non quanto i diplomatici. Le questioni urgenti le metteva da parte, perché, diceva, "cos1 matu- rano. ,, Martini è preoccupato di quanto succede in Eritrea. L'invio di Ca– panni è un gran pericolo. Si è creato un dualismo nel governo della colo– nia, che può creare disordini gravi. "L'indigeno non conosce che il re e il governatore; il re lontano; il governatore visibile in carne ed ossa; esau– torare il governatore, è scuotere la disciplina. Capanni ha fatto un discorso per dire che le terre dell'Eritrea debbono essere distribuite fra i combattenti italiani: se si continua a dire spropositi di questo genere, si provocherà la rivolta degl'indigeni." Già; ma i generali, allora, avranno da far affari e questo è l'importante. 2 marzo Ieri sera furono a trovarmi Rossi e un medico di Canosa (Bari) che ora è stabilito a Gioia dei Marsi in Abruzzo. Il medico di Canosa raccontava quel che avvenne a Canosa nella prima– vera del 1921. A Canosa non c'era neanche l'ombra del fascismo. Si piantò a Canosa un fascista venuto dalla Sardegna; si mise a capo della minoranza am– ministrativa; e iniziò ]a lotta violenta contro l'amministrazione socialista. Ai primi tumulti, fu proclamato il "coprifuoco" cioè lo stato d'assedio; la se– ra tutti dovevano rimanere chiusi in casa; i contadini, che avevano l'abitu– dine di passare la serata in piazza, erano cacciati dalla piazza a colpi• di calci di fucile, tutti dovevano essere in casa; ma i fascisti, insieme con le guardie regie, scorazzavano per le strade, sparando i revolver all'impazzata; 143 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=