Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scrùti sul fascismo struzione" (la tattica di Sforza era di rimanere amichevolmente a fianco della Francia per sostenerla e moderarla). Nitti, p. 69: "La occupazione delle città sul Reno era nello stesso tempo una violenza inutile e contraria al trattato e allo stesso statuto della Società delle Nazioni" (gennaio 1921). Postilla: "Combattuta da me, voluta da Lloyd George per ottenere il 52% sulle esportazioni." Nitti, p. 71: "Non vi è nessuna persona ragionevole in Italia, che faccia il minimo assegnamento sulla indennità tedesca." Postilla: "E Pa– ratore?" (ministro del Tesoro nel Ministero Facta e appartenente al gruppo Nitti). Nitti, p. 78: "La Gran Bretagna e l'Italia sono già nello stato d' ani– mo della pace." Postilla: "E l'Oriente e Cianak? " (E Lloyd George, nell'autunno scorso, avrebbe voluto la guerra; ma il paese non volle saperne: oggi, dopo quattro mesi di lavorio del governo inglese, è probabile che l'opinione pubblica inglese, sia diventata piu belli– cosa. Ma Sforza ha ragione nel non accettare la concezione semplicistica di Nitti, secondo il quale la Francia è il solo paese che abbia conservato lo spirito di guerra, intendendo per Francia il governo francese. Tutti i governi hanno conservato lo spirito della guerra, compreso il governo inglese e il governo italiano, che secondo Nitti sarebbero agnellini.) Nitti, p. 102: "Disponendo di tutto il carbone e avendo nelle mani il minerale di ferro e il regime doganale, l'industria siderurgica francese ini– ziava con la Sarre e completava poi con l'Alta Slesia il suo programma di monopolio della siderurgia continentale." Postilla: "che non si verifica." (Infatti non bastano la Sarre e l'Alta Slesia a dare il monopolio: tant'è vero che il Governo francese va nella Ruhr per conquistare il monopolio.) Nitti, p. 119: "Il rappresentante italiano aveva ricevuto istruzioni dal ministro degli Esteri Sforza (senza che il Parlamento ne fosse informato): di aiutare, per quanto possibile, le richieste polacche" (nella primavera del 1921, nella questione dell'Alta Slesia). Postilla: "Non cosL" Nitti, p. 119: "La Polonia faceva abbondanti promesse al ministro degli Esteri di assumere largo capitale e mano d'opera dell'Italia nel terri– torio di cui sarebbe entrata in possesso, promesse che naturalmente non eb– bero alcun seguito." Postilla: "Si smarrf, perfino alla Consulta, il mio ac– cordo pel carbone." (Della Torretta abbandonò la politica di Sforza, e non poteva realizzarne i vantaggi.) La p. 120 è tutta tempestata di punti interrogativi. Nitti, p. 178: "Tutti, dopo la vittoria, si sono trovati d'accordo nel– l'attribuire le maggiori colpe alla Turchia." Postilla: "E l'Italia, e Sforza?" (Sforza fu il primo ad accordarsi con la Turchia.) Nitti, p. 179: "Uomini di governo concepirono in Italia due imprese folli: la concessione di Smirne e una spedizione militare in Georgia." Po– stilla: "Io diedi a B. parere contrario" (chi è B.? Bonomi? Gli uomi~i di 120 BiblotecaGino Bianco

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