Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo uomo: ha cercato di circondarsi di uomini sperimentati; ma i seguaci gli prendono la mano, e lo conducono dove lui non vorrebbe. La famiglia xxx è chiamata a Roma la "bottega del dolore." Il pa– dre (che nella Svizzera durante la guerra si dava bel tempo con una sua amante, che andava a trovare a Lugano, trascurando gli affari della lega– zione) ambasciatore a Madrid; un genero, segretario particolare di Musso– lini, cioè il barone xxx; un figlio in un altro posto remunerativo. È l'ar– rembaggio generale. Cora prevede la guerra fra la Turchia, alleata della Russia, e l'Inghilter– ra. L'Inghilterra non teme della Russia, il cui esercito è un bluff; ed ha con– centrato l'intesa balcanica contro i turchi. Essa non domanda aiuto all'Italia nella questione dei Dardanelli; anzi lo rifiuta. L'Inghilterra oramai tende a tenersi la penisola di Gallipoli. Ci è stato uno sbarco di russi a Mitra. Tutti gli stati balcanici hanno mobilitato. Cora pensa anche lui che c'è fra Inghilterra e Francia un accordo ne– gativo: l'Inghilterra si disinteressa della Renania; la Francia lascia mano libera all'Inghilterra nella questione dei Dardanelli. Mussolini si era messo con la Francia; ma appena arrivata la notizia dello sciopero generale nella Ruhr, ebbe paura e si tirò indietro: cosf è a Dio spiacente e ai nemici suoi. Non ha accordi con nessuno. Cerca di fare accordi di qua e di là, ma nes– suno gli dà retta. Della Torretta è a Londra, discreditato dal fatto che i giornali romani dissero che era lui uno degli autori del programma del blocco continentale. L'articolo feroce del Times contro il " politicante da villaggio" fu ispirato dal Foreign Office. La gaffe di parlare di quel pro– getto ai giornalisti la fece Giannini dell'ufficio stampa del Ministero esteri. A Torino furono assassinate dai fascisti, nel dicembre scorso, 58 per– sone, molte delle quali sono state ripescate nel Po.1 8 1 ° febbraio 1923 Cora mi raccontò ier l'altro che un colonnello di stato maggiore, Pet– timalli, ha pubblicato un opuscolo La nazione organizzata, in cui dimo– stra la necessità di abbandonare le vecchie idee nell'organizzazione del– l'esercito, mentre la nuova guerra sarà soprattutto industriale, ed esigerà uno sforzo collettivo di tutta la nazione. Per quest'opuscolo, il Pettimalli è stato obbligato ad uscire dallo stato maggiore. Zavattaro mi racconta il retroscena dell'incidente accaduto alla can– zonettista Lina Murari. Da un anno si è formato a Firenze un gruppo di malviventi fascisti, intorno al figlio del fu senatore Grocco: questa gente s1 presenta ad ogni canzonettista, che viene alle Folies Bergères, ed esige 1s Qui finisce il terzo quaderno del Diario. [N.d.C.] 110 BiblotecaGino Bianco

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