Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memot'Ìe_ e soliloqui gioco; mente sistematicamente e fa mentire i suoi agenti, sui giornali, nel– le Camere, nei comizi, perché vulgus vult decipi, perché la folla non è in gra– do di ragionare, perché è tempo perduto ragionare con essa, perché è piu efficace nutrirla con chiacchiere e portarla con trucchi, piu o meno grosso– lani, al proprio volere. Chi parte da questo secondo punto di vista vince quasi sempre su chi crede sinceramente alla capacità di ragionamento della folla. Ma solo chi considera la folla come degna di essere convinta, riesce a seminare grani di avvenire, anche se, in questo lavoro si trova incompreso dalla folla, travolto e schiacciato. La signorina Lofrot, norvegese, diceva ieri sera dai Berenson di avere ricevuto una circolare dattilografata, a firma Tamburini, console dei fasci– sti, in cui si eccitano i cittadini a protestare contro l'imperialismo france– se. Che Mussolini prepari un revirement anti-francese? O si tratta di una iniziativa locale? 30 gennaio Nei giorni scorsi è stata annunziata a Firenze, con grande lusso di ma– nifesti, una conferenza di Orazio Pedrazzi sull'Abissinia. Questo Pedrazzi è un agente della Consulta: è stato, durante la guerra, e negli anni dopo la guerra, utilizzato nella propaganda sonniniana; fu a Fiume con D'An– nunzio ma a un tratto si squagliò da Fiume quando la parola d'ordine del governo fu di mollare D'Annunzio. Vedendo questi manifesti mi doman– dai come mai, ad un tratto, tornasse di moda l'Abissinia. Oggi comincio a vedere la spiegazione dell'arcano. Il Cora, ministro italiano in Abissinia, è trasferito dall'Abissinia nella Persia. Il Cora fu a Londra fino all'ottobre scorso. Da segretario di legazione a Londra fu trasferito in novembre come ministro in Abissinia. Oggi salta dall'Abissinia alla Persia. Quando vidi il Cora qui a novembre, egli mi disse che aveva detto alla Consulta che se volevano lui in Abissinia, dovevano accettare il suo pro.– gramma; se no, mandassero un altro. Quale programma fosse il suo non mi disse: ma nelle conversazioni avute a Londra mi si presentò come con– vinto della necessità per l'Italia di un lungo periodo di prudenza e di rac– coglimento. Il suo trasferimento dall'Abissinia in Persia, può far pensare che la sua politica sia abbandonata e che si prepari una nuova avventura in Abissinia. Che Poincaré abbia ottenuto da· Mussolini mano libera in Rena– nia, lasciandogli mano libera in Abissinia? Di tutte le pazzie possibili, questa sarebbe la meno pericolosa: se ci rompessimo il collo in Abissinia, questa rottura sarebbe la piu facile a rimediare: piu assai che se ci ingol– fassimo in una guerra con la Jugoslavia o coi Turchi in Asia Minore. Sa– rebbe questo il diversivo di politica estera che Mussolini ci prepara? Dietro 107 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=