Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui istituzioni liberali per sé, ha cercato di impedire che le medesime istitu– zioni liberali fossero allargate ed utilizzate da strati sociali piu numerosi, piu poveri, piu arretrati. Questo sforzo per allargare le istituzioni liberali (abolire il sequestro sui giornali, assicurare la libertà di organizzazione e di sciopero, estendere il diritto elettorale, ecc.) è stato compiuto dai partiti democratici contro i partiti liberali; ma in origine i partiti liberali avevano compiuto opera democratica di fronte ai regimi dispotici e ai privilegi feu– dali. Dunque liberalismo e democrazia non sono né la stessa cosa, né due cose opposte: ma la democrazia è una estensione del liberalismo. Si confondono spesso, nel linguaggio politico comune, come se aves– sero lo stesso significato, i termini democratico e rivoluzionario; e a demo– cratico e rivoluzionario si contrappone il termine di conservatore, reazio– nario. E anche questo uso disordinato dei termini è prova della confusione che domina nelle idee. Democratico si oppone a oligarca; rivoluzionario si oppone a riformi– sta; conservatore si oppone a innovatore; reazionario a progressista. Un democratico può essere rivoluzionario o riformista, secondo che lavori ad ottenere istituzioni democratiche con la violenza o con la persuasione. Quando in un paese vi sieno istituzioni democratiche, il democratico deve essere riformista, se è democratico logico e coerente: perché la realizzazione degl'ideali democratici può ottenerla con l'uso delle istituzioni democra– tiche, mentre l'uso della violenza rivoluzionaria in regime democratico non può essere che violenza contro la convinzione della maggioranza, cioè via.– lenza antidemocratica. Le istituzioni democratiche, invece, dove non ci sono, possono esigere, per essere conquistate, l'uso della violenza rivoluzio– naria, se le oligarchie, dominatrici del governo, rifiutano con la violenza la riforma delle istituzioni oligarchiche. E un democratico può essere con– servatore in un paese fornito di istituzioni democratiche, contro l'opera di partiti che vogliono modificare quelle istituzioni in senso antidemo– cratico: cosi in Francia i democratici sono conservatori della repubbli– ca contro i monarchici, che sono non solo innovatori, ma anche rivolu- . . z10nan. E un partito oligarchico può essere rivoluzionario se adopera la vio– lenza per realizzare il programma di disfare le istituzioni democratiche: caso tipico quello dei fascisti italiani. Negli Stati moderni, che hanno assunto in questi ultimi cinquant'an– ni istituzioni democratiche sulla rovina delle vecchie istituzioni censitarie e assolutiste, i gruppi oligarchici sono, in generale, conservatori, in quanto vorrebbero impedire che le istituzioni assumessero forme sempre piu de– mocratiche; ma sono reazionari, in quanto tornerebbero volentieri all'antico; e cercano di riconquistare il terreno perduto con metodi riformisti; ma rion rifuggono dai mezzi rivoluzionari, se li credono efficaci. Se questi termini si usassero senza confusioni, sarebbe tanto di gua- 105 BiblotecaGino Bianco

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