Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo chici, ed anche uomm1 come Prezzolini, Gobetti, ecc. dimostrano per la "democrazia," è documento della incoltura politica e della incapacità ad analizzare le proprie idee, che è la malattia fondamentale dei "democra– tici" italiani e non italiani. Per "democrazia" si possono intendere tre fatti ordinari diversi: a) le "istituzioni democratiche" conquistate nell'ultimo mezzo se– colo, in tutta Europa: la libertà di stampa, suffragio universale, rappresen– tanza proporzionale, libertà di associazione, di sciopero, di coscienza, ecc. Queste istituzioni democratiche non sono la panacea di tutti i mali: val– gono "in senso democratico" in quanto sa farle valere la coscienza e la volontà delle moltitudini, a cui disposizione sono messe quelle istituzioni perché se ne valgano; se le moltitudini e i loro condottieri sono incapaci di utilizzare quelle armi di conquista politica e sociale, e le lasciano mano– vrare dalle classi meno numerose, ma piu ricche, piu colte, piu capaci di utilizzare i congegni delle costituzioni democratiche, la causa di ciò non sta nelle istituzioni democratiche, ma nella incapacità dei "partiti demo– cratici." Le istituzioni democratiche sono uno strumento a disposizione dei "partiti democratici" per la realizzazione degli "ideali democratici." Esse, da sé sole, non bastano alla realizzazione; ma all'infuori di esse e senza di esse, non è possibile nessuna realizzazione. Deridere, svalutare, vitupe– rare la democrazia in quanto è l'insieme delle "istituzioni democratiche" moderne, si comprende nei militari, nell'alta burocrazia civile, nei magnati della terra e dell'industria, della finanza, negli intellettuali che si sono fatta una posizione economica superiore; tutta gente che teme, a torto o a ra– gione, di essere danneggiata dalla realizzazione degli "ideali democratici," e vede la utilità di eliminare nelle "istituzioni democratiche" il mezzo ne– cessario a quella realizzazione. Ma che della gente, la quale milita in parr– titi non oligarchici, non plutocratici, non autoritari, anzi pretende di combat– tere le plutocrazie, le oligarchie rigide ed ereditarie, i regimi autoritari, deri– dano la democrazia, intendendo con questa parola le "istituzioni democrati– che" è prova di vera scempiaggine. I socialisti se ne avvedono ora, col trionfo del fascismo, in Italia, della necessità delle "istituzioni democratiche": libertà di stampa, immunità parlamentari, suffragio universale libero, ecc. Comin– ciano a capire che le "istituzioni democratiche" sono la loro aria, la loro luce; finché le avevano gratis e senza limiti, non se ne curavano e le di– sprezzavano; oggi che non le hanno piu, le desiderano. Ma domani se ritorneranno i piu forti, le negheranno agli altri. Nell'ultimo congresso so– cialista, l'on. Treves cercava di convincere i massimalisti a non svalutare le libertà pubbliche, perché "le teorie buone quando si è in maggioranza non sono utili quando si è all'opposizione" l b) per "democrazia" si possono intendere gl"' ideali democratici," contrapposti agl'ideali "oligarchici, autoritari, plutocratici." Le "istituzioni democratiche" sono una parte degl'" ideali democratici," in quanto il mez– zo necessario a raggiungere il fine ideale fa parte dell'ideale insieme col 102 BiblotecaGino Bianco

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