Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo anch'io un uomo "pratico," "fattivo," "autorevole" come tutti i meridio– nali, che si sono messi al servizio degl'interessi capitalistici-proletari setten– trionali. Ma ad quid perditio haec? Il generale Bassi diceva ieri in casa Piacei che in questi giorni nel... l'alta società milanese si commenta molto la scoperta che il generale Mangiu è figlio di una signora milanese, la signora Erba, che lo ebbe da un uffi– ciale francese nel 1859. Questa signora, morta nei giorni passati, ha lasciato erede della "disponibile" il Mangiu. 26 genna10 Se ritornassi al 1914-1915, ai mesi della neutralità italiana, con lo spi– rito arricchito dalle esperienze e maturato dalle delusioni di questi ultimi quattro anni, quale atteggiamento prenderei? Ecco una domanda, che spes– so mi propongo, e a cui mi trovo sempre assai imbarazzato a rispondere. Per rispondere che ritornerei a volere l'intervento dell'Italia nelle file del– l'Intesa dovrei poter essere sicuro di una delle due seguenti alternativet a) che sarebbe stato possibile a me e a Bissolati e a quel gruppo che la pensava come me, di approfittare della nostra prescienza per esigere dal governo italiano piu sicure garenzie per l'ora delle trattative di pace, in modo che l'atteggiamento del governo fosse nelle trattative coerente al nostro modo di pensare e non a quello dei nazionalisti; b) che l'attuale ordinamento dell'Europa è piu suscettibile di essere corretto, migliorato, ricondotto ai principt del lavoro, della pace, della solidarietà internazio ... nale, che non sarebbe stato dopo la vittoria tedesca. Di fronte all'alternativa a) non oso prendere posizione positiva. Sarebbe stato necessario non solo che la prescienza fosse stata virtu di molta gente in Italia, ma anche che questa gente avesse avuto le stesse basi spirituali che avevo io, cioè che non approfittasse della prescienza per fare e preparare bricconate sonni– niane anche maggiori: inoltre dovrei essere sicuro che le garenzie da noi chieste (quali? avere un ministro degli Esteri nostro? sarebbe stato con– cesso?) sarebbero state mantenute lealmente fino alla fine; e finalmente dovrei essere sicuro che la buona volontà del nostro governo nelle tratta– tive di pace non sarebbe stata travolta dalle cupidigie di tutti gli altri, come fu travolta quella di Wilson. La realtà è che nella guerra l'autorità non può non essere concentrata, in maggiore o minore misura, ma sempre in larghissima misura, nelle mani dei generali e dei finanzieri: e questi, se riescono a vincere la guerra, non possono non avere mano libera nelle trattative di pace, e ne approfittano per fare la pace a modo loro, cioè per preparare nuove guerre, ed assicu– rarsi cosi la carriera e i profitti di tutte le operazioni necessarie alla pre– parazione delle nuove guerre. Quanto alla alternativa b) ricordo che il presidente Masarick, nella primavera del 1921, mi diceva a Capri proprio 96 BiblotecaGino Bianco

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