Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui Facta rivelò il piano Badoglio a De Vecchi per scempiaggine, o per mala fede? Amendola considera Facta come un essere malfido. Data la mia ipotesi che ci fosse un accordo Mussolini-Giolitti-Diaz, a cui si opponeva un accordo Salandra-Badoglio-Federzoni-D'Annunzio-re, era naturale che Facta non volesse lo schiacciamento di Mussolini; e si capisce che Facta non abbia voluto lo stato d'assedio. Cosi'. a distogliere il re dallo stato d'assedio avrebbero contribuito i nazionalisti, che lavoravano con Salandra, e Facta che lavorava per conto di Giolitti. Ma negato dal re lo stato d'as– sedio, la situazione precipitò per Mussolini, e questi poté eliminare Salandra, dové eliminare Giolitti, ma dové fare un compromesso con Diaz e Thaon de Revel: abbandonare Buozzi e Baldesi e prendere Federzoni. Il re era contro i fascisti la sera dell'arrivo a Roma, perché era d'accordo con Salandra e D'Annunzio e Badoglio. Ma spinto da Facta rifiutò lo stato d'assedio; sperò conciliare Salandra con Mussolini; alla fine dové subire Mus– solini. Mi pare che le idee mi si vadano schiarendo sempre meglio, via via che riesco a concentrare le notizie. Bisogna che cerchi di sapere da Ojetti come stanno le cose. Bracci mi diceva che anche in Sardegna molti del partito d'Azione pas– sano al nazionalismo. Dovunque ci sono malcontenti passano al nazionali– smo. Cosi'.fascismo e nazionalismo diventano due formazioni caotiche senza . ' . ' omogene1ta e senza seneta. . · A Roma le guardie regie che protestarono contro lo scioglimento del corpo, andarono a domandare la iscrizione al partito nazionalista, gridanJ do: "Viva il re, Viva Nitti." Furono rifiutate. Ma nelle provincie come ri– fiutare la massa delle adesioni? Bracci prevede una tempesta di scandali. L'on. Zanfranconi ha com– prato una limousine. Acerbo vive da gran signore all'Excelsior. Anche Lanzillo, mi diceva Torraca, vive all'Excelsior, vestendosi con un lusso pacchiano: lui era un povero diavolo scalcinato. Labbadena, che ha fatto parte di una commissione d'inchiesta sulle cooperative combattenti del Veneto, dice che è resultato dall'inchiesta che Carlo Bazzi ha messo una firma falsa. Cioè: le cooperative combattenti ave– vano finanziato sotto forma di prestito, per 200 mila lire, il Popolo romano. Fallito il Popolo romano, Carlo Bazzi, che aveva nelle mani il sinda– cato nazionale delle cooperative, a cui aderivano le cooperative del Veneto, insinuò il credito delle cooperative, firmando col nome di Cesare Bruni, che ha negato la firma. Questo Carlo Bazzi è direttore del Nuovo Paese. _ Sempre Bracci mi diceva che il deputato fascista Grandi è furibondo. Diceva a Bracci: "Di questi cretini non ne posso piu." È messo da parte dai fascisti. Ojetti mi diceva un mese fa che c'era stato, pochi giorni dopo il colpo di stato, un colloquio segretissimo Albertini-Grandi negli uffici del Corriere. 81 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=