Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo con piena sicurezza. C'è lotta nel retroscena, feroce, fra i fratelli Perrone e la Commerciale. Il Messaggero è l'organo dei Perrone. Don Brizio, che vede molta gente, ed ha un grande ingegno naturale, ma spirito un po' caotico, e non molto critico, parla del dissidio fra le due massonerie, quella di Piazza del Gesu rito scozzese, avv. Palermi, e quella di Palazzo Giustiniani rito simbolico, Domizio Torrigiani. "Tutto compreso," diceva Don Brizio, "la Massoneria di Piazza del Gesu è la meno sporca." Dunque i circoli, con cui è a contatto Don Brizio sono per quella di Via del Gesu. Ma forse Don Brizio non vede chiaro negli intrighi ro– mam. Don Brizio mi ripetette ieri sera quel che mi raccontava a Firenze nella primavera passata. Lloyd George, strumento di finanzieri ebrei, si era ac– cordato con Lenin: Lenin lasciava mano libera alla finanza inglese in Russia; e Lloyd George aiutava i bolscevichi ad impadronirsi dell'Italia e della penisola balcanica. In Italia Lloyd George aveva cercato di fondere le due massonerie, e sembrava esserci riescito il 29 aprile, ma i due gruppi non poterono stare insieme piu di poche settimane. Nello stesso tempo Lloyd George lavorava sul partito popolare, sui socialisti, coi nittiani. Do– veva avvenire una concentrazione antifascista, attraverso cui sarebbe passata la rivoluzione bolscevica. L'Ambasciatore inglese a Roma, Buchanan, che aveva scatenato la rivoluzione in Russia, era l'uomo adatto a questo lavoro in Italia. La caduta di Lloyd George ha smontato questo piano. Tutto questo mi pare fantastico. Quel che interessa è la anglofobia di don Brizio, cioè degli uomini piu vicini a Mussolini, di cui don Brizio è il risonatore. Una notizia preziosa che raccolsi nella conversazione, è la seguente. Nell'estate scorsa, Amendola cercò di "ultra valorizzare" D'Annunzio, fa– cendo intorno al nome di D'Annunzio una grande concentrazione di forze antifasciste. D'accordo in questo tentativo era il re. Giuliana Benzoni, presente al colloquio, interruppe, dicendo che inter– mediario fra il re e D'Annunzio era stato Ojetti. "Da che fonte ha Ella que– sta notizia? " domandai a Giuliana. Ed essa: "dal nonno," cioè da Ferdi– nando Martini. Ma subito dopo sembrò pentita della rivelazione; e mi rac– comandò caldamente di non fare uso con nessuno della notizia. E secondo don Brizio fu il pericolo di questo movimento dannunziano– nittiano, che doveva scoppiare a Roma il 4 novembre con l'intervento di D'Annunzio alla cerimonia dei mutilati, che precipitò la crisi. In tutto questo c'è qualche particolare poco chiaro e contraddittorio con altri; ma deve esserci un grande fondo di verità. Mi sembra che i fatti possano ricostruirsi nel modo seguente: I) Tentativo di concentrazione Giolitti-Mussolini-Amendola, per usci– re da una situazione intollerabile, che avrebbe fatto assegnamento sui popo– lari e i socialisti e una parte dei fascisti mussoliniani. II) Manovra Salandra-Federzoni, per tagliare la via a Giolitti, atti- 76 BiblotecaGino Bianco

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