Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo Camillo Pellizzi, che lo rifed subito a Prezzolini, che intendeva marciare su Roma, e fare il ministero lui. Ma sembra a me che Mussolini non avesse nessun progetto assoluto: li aveva in mente tutti, passando dall'uno all'altro secondo le opportunità del momento. Quando parlava col Pellizzi, che è un giovane, dava la preferenza, o credeva opportuno mettere fuori il progetto massimo. Ma nello stesso tempo trattava con Giolitti. Certo, solamente un accordo Giolitti-Mussolini spiega la sicurezza di Giolitti che tutto sarebbe finito bene e senza crisi troppo gravi. Data questa spiegazione, si deve am– mettere che la mobilitazione fascista fu fatta contro le preferenze di Mus– solini, e che questo dové seguire i seguaci per non rimanere solo. Allora la origine della mobilitazione fascista bisognerebbe cercarla negl'interessi della casta militare. Forse fu il generale De Bono, minacciato di provvedimenti dal governo, se non abbandonava il comando dei fasci? Certo il primo discorso di Mussolini al congresso di Napoli fu piuttosto pompieristico. Occorrerà leggere attentamente tutto il Pop·olo d'Italia del settembre-otto– bre 1922 per capire, alla luce dei fatti posteriori, le fluttuazioni del pensiero mussoliniano. Come è difficile ricostruire la verità anche per fatti cosf vicini a noi, aven– do a propria disposizione molte fonti di informazione! La verità dei fatti lontani la ricostruiamo con l'aiuto di notizie frammentarie, che ci risulte– rebbero malsicure o addirittura false, qualora ci fossero pervenute tutte le altre notizie che si sono perdute. E quanto piu si scende nei particolari, tanto piu è difficile accertare la verità vera. Si possono ricostruire con relativa approssimazione alla verità le sole linee essenziali degli avvenimenti. Per e– sempio possiamo dire che quella battaglia fu vinta o perduta (e dopo tutto, questo è l'essenziale a sapere); ma quale è la responsabilità o il merito speciale dei singoli reparti e dei singoli comandanti nei resultati della battaglia, non si può sapere se non attraverso a enormi difficoltà critiche, e solo quando si sia conservata la massa dei documenti. Cecchi mi racconta che alla fine del settembre 1918 si sparse nel coman– do dell'VIII armata la voce che si sarebbe fatta subito la pace. E gli ufficiali piu vicini a Caviglia erano malcontenti e dicevano: "Faremo l'offensiva per conto nostro." Fino da allora c'è nei militari lo spirito del pronunciamento. Sempre Cecchi mi dice che Soffici, venuto a Firenze alla fine di no– vembre, come redattore letterario del Nuovo Paese, era allora entusiasta del– la "rivoluzione." Ma il giorno di capo d'anno era sfiduciato e smontato. Anche Rodolfo Savelli di Genova, filofascista e sempre disposto ad "in– serirsi nella realtà," era sicuro che Mussolini era un secondo Napoleone a mezzo novembre, quando passai da Genova; ma ieri l'altro lo incontrai in casa Bracci; e spiegava che "i casi sono due: o Mussolini riesce o non . ,, riesce... 74 BiblotecaGino Bianco

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