Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo mi. Un reparto di fascisti tentò di invadere il deposito. L'ufficiale, che co– mandava il deposito, fece schierare tutte [le] forze che aveva ai suoi ordini, e minacciò di far fuoco. I fascisti si dispersero. Tanto sarebbe stato agevole resistere, se ci fosse stata volontà nel governo. Tornando a quanto mi disse il Cecchi, secondo lui, i nazionalisti, gm– dati abilmente da Federzoni, si inserirono nel movimento all'ultima ora, ricattando prima il re, e poi con l'aiuto del re, Mussolini. A fine novembre ci fu una concentrazione di camicie azzurre per Fiu– me. Mussolini minacciò di farli mitragliare. Vedere gli indizi sui giornali di allora. Sempre Cecchi mi racconta che l'on. Pinzi, ad un crocchio di giornali– sti, diceva: "Lasciateci organizzare la milizia nazionale, e il fascismo sarà finito." È evidente che Mussolini, o meglio le autorità militari, che hanno il De Bono come loro fiduciario al Ministero degl'interni, vorre~bero sbaraz– zarsi dello squadrismo. Alla sua volta Mussolini vuole conservare una orga– nizzazione armata a lui fedele, e vuole sciogliere le camicie azzurre. I na– zionalisti hanno fatto le viste di obbedire; ma restano organizzati come squadre di educazione premilitare. Pascarella diceva a Cecchi: "In Italia non si fa nulla se non si è vestiti in maschera." Schiavetti mi ha detto che la notizia del duca d'Aosta, che spaventò il re venendo a Bevagna, fu data a Eugenio Chiesa da Schanzer. Che il duca d'Aosta fosse a Spoleto, fu loro confermato da un amico, il quale essen– do amante della moglie del deputato fascista (chi?) di quella circoscri– zione, vide fra le carte della signora un biglietto di ringraziamento per la ospitalità. Sempre Schanzer disse al Chiesa che il Federzoni penetrò senza farsi annunziare, mettendo da parte chi stava alla porta, nel gabinetto del re, mentre questi stava con Facta. Bergmann ha detto a Bracci che si è trovato in treno con Gonzales, de– putato socialista unitario di Milano. Il Gonzales gli ha detto che la votazione riportata dai socialisti unitari a Milano non ha valore; le masse passano al partito comunista; hanno votato per i socialisti unitari perché sperano di re– sistere cosf meglio al fascismo; ma non appena la paura sarà passata, gli unitari si troveranno senza soldati. Sempre Bergmann ha detto a Bracci che la lista dei consiglieri comu– nali blocchisti di Milano fu imposta da Mussolini. Questi impose che ci fosse– ro nella lista 6 nomi di massoni, oltre 21 fascisti. Cesarino Rossi portò la lista a Milano, e popolari e liberali del Corriere dovettero accettarla. In casa Torraca, Battaglia raccontava che un paio di settimane or sono, i fascisti hanno obbligato a Viterbo i giurati a bere l'olio di ricino per punirli di avere assolto degli accusati socialisti. La Francia ha 420.000 uomini sotto le armi in 32 divisioni su 3 reggi– menti. L'Italia ha circa 250 mila uomini, in 30 divisioni su 4 reggimenti. 72 BiblotecaGino Bianco

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