Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia era necessaria una fede comune. Una azione politica collettiva è possibile solo quando coloro che vi partecipano possono innalzare la bandiera di una fede comune che faccia appello ai loro sentimenti migliori - anche se le loro azioni sono rnosse dai motivi piu vili. Sarebbe potuto sembrare impos– sibile trovare una fede comune per una masnada tanto eterogenea. Musso– lini operò il miracolo. La sua testa non era dotata di una grande ricchezza di idee, ma c'erano alcuni istinti ben radicati che guidavano le sue azioni. In primo luogo egli odiava i socialisti, di cui sino all'autunno 1914 era stato il leader, e che adesso gli gettavano il fango addosso, considerandolo un rinnegato e un tr,aditore. In secondo luogo, aveva preso a prestito dal comunismo e dal sindaca-~ lismo rivoluzionario il disprezzo per il liberalismo e la democrazia, e il culto della violenza come arma politica. In terzo luogo aveva preso a prestito dal credo imperialista l'abitudine di fare appello all'esaltazione patriottica. Tali erano, e sono ancora, i principi direttivi di tutta la sua propa– ganda. Tali erano, e sono ancora, i sentimenti elementari comuni a tutti i gruppi raffazzonati intorno al movimento fascista. Ma ciascuno di questi gruppi ha in piu i suoi sentimenti, interessi e ideali particolari. Di giorno in giorno, per tenere insieme i suoi seguaci, Mussolini fu sem, pre pronto ad afferrare da questo o quel gruppo una qualche formula, o un abbozzo di formula, con la quale contentare alcuni senza scontentare gli altri, incoraggiare alcuni senza scoraggiare i rimanenti. E disdiceva oggi quello che aveva detto ieri; contraddiceva nello stesso giorno se stesso sulle diverse pagine dello stesso giornale e in periodi diversi dello stesso articolo. Quando Einstein venne in Italia a tenere alcune conferenze sulla sua teoria della relatività, e in ogni salotto le signore discutevano della relatività di Ein– stein senza capire niente di ciò che si trattava, Mussolini afferrò immediata– mente la nuova parola incomprensibile, e dichiarò che lui stesso aveva già scoperto e applicato nel campo della politica il principio di relatività, prima che Einstein lo scoprisse e lo applicasse nel campo della sèienza. In tal modo · riusciva a soddisfare le aspettative eterogenee e caotiche della folla compo– sita alla quale si rivolgeva. Egli conosceva il suo pubblico come soltanto può conoscerlo un uomo che è stato giornalista prima di sinistra eppoi di destra, e facendosi gmoco di esso con l'abilità di un demagogo di prim'ordine. Con un abile uso delle formule e del simbolismo inventati da D'An– nunzio al tempo dell'occupazione di Fiume (settembre 1919-dicembre I 920), Mussolini portò ad uno stato di frenetica eccitazione una gran parte della gioventu italiana: Questi giovani, o avevano abbandonato la scuola per andare in guerra, o avevano imparato poco o niente durante gli anni 80 BiblotecaGinoBianco

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