Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Come nacque la dittatura Che cosa fece allora il " capo che precede e non segue "? Aspettò stando a vedere. E quando vide che, sotto la spietata offensiva fascista, la sconfitta degli antifascisti era sicura e irreparabile, ritirò le sue dimissioni, venne al congresso di Roma del novembre 1921, come se niente fosse accaduto, di– chiarò che il patto di pacificazione dell'agosto era un "accordo tempora– neo, " e abbracciò Grandi che era stato il leader degli estremisti intransigenti contro di lui. Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla mon– tagna. Il momento scelto da Mussolini per seguire i suoi seguaci era scelto bene. Proprio in quei giorni D'Annunzio abbandonava il suo ruolo di con– dottiero delle camicie nere nel progettato colpo di stato del novembre 1921. Nel gennaio 1922, Asclepio Gandolfo, un ·generale dell'esercito regolare, accentrava l'organizzazione delle squadre fasciste, istituendo una gerarchia completa di ufficiali. 82 Mussolini prese il posto di condottiero delle camicie nere, che D'Annun– zio aveva lasciato vuoto. D'ora in avanti egli fu la controfigura di cui la "mano nera" militare aveva bisogno. Nel 1919-20, fino a che una rivolu– zione sociale sembrò possibile, egli fu ultrarivoluzionario. Nella primavera e estate 1921, allorché la violenza fascista pareva che stesse diventando un anacronismo, egli tentò il patto di pacificazione. Non appena la sconfitta del movimento socialista divenne irreparabile, egli si fece reazionario. 83 Nello stesso tempo, con grande sfoggio di petardi rivoluzionari, egli si adoperava per mantenere legati a sé i suoi primi seguaci, i " fascisti della prima ora. " Erano questi i suoi compagni d'avventura, la sua forza, il suo capitale. La retorica rivoluzionaria era necessaria per conservare i loro bollenti spiriti; e non era difficile gettare un'aureola rivoluziona·ria sopra le loro azioni vio– lente. La violenza al di fuori della legge può esser sempre fatta passare per rivoluzione, anche quando serve gli scopi della reazione. Il compito di Mussolini non era facile._Ci voleva un'abilità non comune. Nelle file del movimento fascista si trovavano uomini della piu diversa ori– gine e mentalità: datori di lavoro, che provvedevano ai fondi, e sindacalisti che fino a ieri avevano condotto scioperi rivoluzionari contro questi stessi datori; ufficiali dell'esercito, educati nell'idea monarchica, e repubblicani che con la monarchia non avevano niente a che fare; proprietari terrieri, che avevano imbracciato le armi per difendere i loro beni, e intellettuali morti di fame con niente da perdere e tutto da guadagnare; ragazzi di buona fa– miglia, che marinavano la scuola per unirsi alle spedizioni punitive nell'illu– sione di compiere un'azione patriottica, e criminali che approfittavano di quelle stesse spedizioni per soddisfare la loro sete di violenza. A tenere insieme questi diversi elementi, a. promuoverne la cooperazione, 82 Discorso di Italo Balbo, nel " Popolo d'Italia, " 24 aprile 1923. . 83 " Mussolini e i suoi collaboratori, vedendo da quale fonte si facevano avanti le reclute fasciste, seguirono definitivamente la corrente, immettendo nel programma fluido dei primi fasci le dottrine della reazione borghese" (Box, Three Masters Builders, cit., p. 145). 79 ·sibloteca Gino Bianco

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