Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia Cesare Rossi, collaboratore intimo di Mussolini, ne seguiva l'esempio il 20 agosto 1921: Poiché io sono stato uno dei piu caldi propugnatori del Trattato di tregua - egli scrisse - ed anche uno dei suoi firmatari non posso piu seriamente ed onestamente rima– nere fra i dirigenti l'Organizzazione Fascista, quando questa (...) in clamorosi voti di Congressi Regionali, e quel che piu conta, con gli atti di ogni giorno ha dimostrato la sua precisa ed assoluta ostilità al rispetto ed all'applicazione di detto Trattato. (...) Il primitivo carattere interventista del Fascismo è sparito dinnanzi alla folla degli ultimi ve– nuti, venuti soprattutto quando il nemico batteva in ritirata; l'immissione nel Fa– scismo (...) delle infinite vecchie cariatidi delle consorterie clerico-agrarie-conservatrici pae– sane erano destinate a cancellarne i maschi connotati (...). La nostra balda minoranza del 1919 ( ..• ) è stata travolta dalle successive ondate impetuose che (...) rappresentavano solo o stati d'animo d'artificio o d'esaltazione o interessi di classe, di casta e di zona. Forte di questi nuovi elementi, il Fascismo (...) è diventato un puro, autentico ed esclu– sivo movimento di conservazione e di reazione. Ma non la nostra affermata e giustamente affermata "reazione" (...) reazione predicata e praticata quando l'Italia correva sul serio il rischio di cadere in baHa della dittatura della tessera del pus; (...) ma la reazione idiota, crudele ed inutile contro tutto ciò che puzza di conquista consapevole, ineluttabile, raziona!~, della vita contemporanea, contro tutto ciò che è ordine acquisito e pacifico. Già, perché i fascisti delle zone bellicose negano ormai (...) i fenomeni piu normali della vita sociale (...). Si vuole, per esempio, esiliare lo sciopero - manifestazione che pos– siamo, s.f, augurarci di rendere meno frequente e meno dannosa, ma che è pur sempre una realtà economica che non si può sopprimere (...) - non solo, ma di fatto si arriva a · violentare la libertà di riunione, di stampa e di associazione degli avversari. È insomma la mentalità codina, tirannica e sopraffattrice che noi abbiamo rimproverato al partito so– cialista negli anni aurei o tenebrosi della sua tracotanza che si trasferisce in pieno nel campo fascista. (...) Vi siete mai chiesti, per esempio. cosa rappresentino di sacro quelle case con tutto il loro carico di masserizie e di affetti, che in alcune zone della Val Padana i nostri gregari bruciano con tanta serenità sol perché abitate da avversari? (...) La mo– zione D"Aragona votata durante l'occupazione delle fabbriche a Milano il 12 settembre 1920 contro l'estensione politica del movimento (cfr. p. 22) ( ... ), la scissione avvenuta al Congresso di Livorno (cfr. p. 37), la politica e la crociata anti-socialista ed anti-confede– rale dei comunisti, lo smagamento del leninismo nella coscienza operaia (cfr. p. 23), la riscossa nazionale avvenuta nelle elezioni amministrative ultime (cfr. p. 34), la stessa of– fensiva (...) del Fascismo, la nuova scissione socialista: sono tutti elementi che non esi– stono e che non valgono per i nostri superficialoni abituati a tutto livellare, a tutto con– fondere. (...) Siamo andati avanti ancora un po' fra l'inaugurazione di un gagliardetto e l'investimento. di una città, senza riuscire a fissare un'opera d'insieme, senza saperci dare una disciplina interna, incapaci a riflettere, incapaci ad affrontare e risolvere i problemi politici dell'ora. (Osservo che i Fasci (...) si sono ben guardati dal fondare una biblio– teca di cultura, al massimo si sono limitati a distruggere quelle degli avversari ( ...).) (...) Gli avversari del Patto di pacificazione non hanno capito che esso rispondeva ad una neces– sità e ad un dovere nazionale ed in particolare all'interesse immediato e futuro del Fa– scismo.81 Parole al vento! Gli industriali, gli agrari e la cricca militare non era– no disposti ad ascoltarle; e i fascisti che eseguivano le spedizioni punitive, eccitati dal combattimento, contenti di dare la caccia ai contadini " bolsce• vichi " come a bestie feroci, ben pagati e sicuri dell'impunità, erano disposti ad ascoltare anche meno di coloro che a sangue freddo tiravano i fili. 81 " Popolo d'Italia. " BiblotecaGino Bianco

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