Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia fascista ebbe il coragg10 o l'opportunità di mettersi alla testa del colpo di stato. Essi agirono con maggiore circospezione, e ~ercarono altrove una controfigura. Prima che la parte di controfigura fosse affidata a Mussolini, a essa sem– brava destinato D'Annunzio. Il colpo di stato dell'ottobre 1922, in origine era stato fissato per il novembre 1921. 73 Un largo numero di fascisti doveva radunarsi a Roma con il pretesto di celebrare l'anniversario della vittoria (4 novembre). D'Annunzio avrebbe dovuto pronunciare un memorabile di– scorso, e nel corso della cerimonia doveva porsi alla testa dei fascisti, rove– sciare il governo ed essere proclamato dittatore. Ma all'ultimo momento il poeta non si fece vedere. Bonomi, che era allora presidente del Consiglio, ~ avrebbe potuto dare spiegazioni di questa defezione, ma non lo fece mai. I fascisti si radunarono a Roma senza un capo, commisero ogni sorta di eccessi, ma furono respinti dai quartieri popolari della città. Sino allora Mussolini aveva avuto una parte di secondo piano, rispetto a D'Annunzio. Il suo passato di socialista con tendenze anarchiche, il suo atteggiamento ultrarivoluzionario del primo dopoguerra non erano tali da guadagnargli la fiducia degli industriali, dei grossi proprietari terrieri e dei capi dell'esercito, nonostante la sua piu recente esibizione di sentimenti ultra– nazionalisti. I Fasci di combattimento, pur raccogliendosi intorno a lui, obbe– divano all'impulso di forze impreviste che sfuggivano al suo controllo. Nel– la primavera ed estate del 1921, egli cercò di sottrarre i suoi seguaci dalla stretta dei nuovi venuti, che da ogni parte stavano invadendo l'organizza– zione e la dominavano. Questo è un momento cruciale nella carriera politica di Mussolini. Merita di essere osservato come prova lampante che Musso– lini (tal quale tutti i leaders di movimenti di massa) era in grado di con– durre i suoi seguaci solo sinché egli stesso era guidato da essi: je suù leur chef, don e je dois les suiv1·e. Abbiamo già visto che le elezioni del maggio 1921 avevano mostrato che i socialisti possedevano ancora la capacità di opporre una forte resistenza fintanto che venivano usati metodi legali, mentre erano incapaci di orga– nizzare una resistenza efficace in combattimenti aperti. Anche i popolari sembravano imbattibili sulle loro posizioni. Entrato alla Camera come lea– der di soli 35 deputati fascisti, Mussolini rischiava di rimanere in perma– nenza all'opposizione, se si alleava soltanto con i nazionalisti e con i con– servatori della destra. La forza fascista rimaneva fuori della Camera nelle • 73 La prima idea di una " marcia su Roma " venne da D'Annunzio, mentre si trovava a Fiume, alla fine del 1919. A quel tempo Mussolini non pensava che l'impresa potesse riuscire (conclusioni della Commissione arbitrale dell'associazione giornalisti lombardi, " Il Secolo, " 14 febbraio 1920). Otto mesi dopo, nel "Popolo d'Italia" del 31 maggio 1921, Mussolini seri• veva: "Sm da questo momento i fascisti di tutto il Lazio, dell'Umbria, dell'Abruzzo, della Toscana, della Campania, sono moralmente e materialmente impegnati a concentrarsi a Roma al primo appello che sarà lanciato dagli organi direttivi del nostro movimento. " 74 BiblotecaGino Bianco

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