Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia Le truppe erano schierate in modo che la piu leggera pressione delle squadre fasciste avrebbe determinato il mescolamento delle forze, di guisa che non si sarebbe potuto usare le armi. (...) Il comando fascista si accontentò di dare uno spettacolo solenne (!) di forza (/) e di disciplina (/): spettacolo che nel silenzio piu profondo durò fino alle ore tre della notte. 70 Nel pomeriggio del 5 ottobre, i fascisti tolsero l'assedio del palazzo: Il generale Ghersi (...) ci ha assicurato che il governatore Credaro sarebbe partito immediatamente. 71 Giovanni Zibordi, deputato socialista riformista, cosI scrisse al prin– cipio del 1922: Invece del colpo di Stato tipico o della "rivoluzione di palazzo " tradizionale, fatto da uno o piu generali al centro, o eseguito da fazioni militari per sostituire al sovrano regnante un qualche reale congiunto - cose tutte di cui si parlò e si parla, ma che finora non si sono avverate - abbiamo avuto luogo per luogo la solidarietà morale e materiale di ufficiali e di sott'ufficiali, di carabinieri e di guardie regie verso il Fascismo, cioè verso una organizzazione armata e fuori della legge, verso uno Stato che sorgeva nello Stato e talora contro lo Stato: ciò che costituisce una vera sedizione militare. 72 È un ·vezzo ripetere che i governi italiani del dopoguerra furono deboli e instabili. È vero. Ma si deve distinguere tra i governi del 1919-20 e quelli del 1921-22. I governi del 1919-20 erano deboli perché tutto il sistema so– ciale era scosso da un'ondata di agitazioni, che faceva seguito alla guerra. Nessuno nel paese voleva obbedire, e nessuno era capace di comandare. I governi del 1921-22 erano deboli per una ragione molto diversa, perché molti generali tradirono il loro giuramento di fedeltà allo Statuto, e si misero in rivolta contro il governo. Sabotati da destra, dopo essere stati indeboliti da sinistra, i governi non potevano essere che deboli e inefficienti. Il mio amico Dr. Arthur Livingston, professore alla Columbia Uni– versity di New York, recensendo l'edizione americana di questo libro, di– chiarò di non poter credere che i generali potessero aver avuto l'intelligenza che io attribuivo loro. Certamente, se p·er spiegare quanto accadde in Italia dopo il 1921 fosse necessario attribuire un genio politico al Duca d'Aosta, al generale Diaz, al generale Gandolfì, al generale De Bono, all'ammiraglio Thaon de Revel, e a quelle altre figure di esaltati che, tradendo il loro giu 1 ramento allo Statuto dettero corpo alla congiura militare, la mia interpre– tazione dei fatti perderebbe di fronte a ciò ogni plausibilità. Ma una ipotesi di questo genere non è necessaria. Nel 1921 e 1922, il regime fascista quale lo abbiamo oggi di fronte a noi dopo sette anni carichi di eventi, non era previsto da nessuno. Allo stesso modo degli uomini politici che autorizzando nel 1920 le autorità militari ad armare i fascisti, non previdero che sei mesi piu tardi le autorità militari avrebbero agito di loro propria iniziativa, cosI 72 70 " Popolo d'Italia, " 6 ottobre 1922. 71 " Popolo d'Italia, " 8 ottobre 1 922. 72 Critica socialista del fascismo, cit., p. I 6. BiblotecaGinoBianco

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