Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Come nacque la dittatura demmo le leghe e le leghe arsero. Le notti polesane avevano strani chiarori. I fascisti illu– minavano i funerali dei loro caduti con i falò delle case bolsceviche, e con i roghi degli ultimi nefasti segni rivoluzionari. Un inviato speciale del Daily Mail ha fatto proprio quello che vole– vano i fascisti, descrivendo le loro gesta allo stesso modo di come un poeta medievale avrebbe cantato in una chanson de geste le imprese dei cava– lieri erranti: Uno scrittore del Medioevo narrerebbe la storia di questo risveglio con delicate imma– gini, dato che es~a contiene tutti gli elementi di una impresa epica. Abbiamo un prode cavaliere che da solo, deriso dai nemici e commiserato da pavidi amici, se ne parte per combattere un drago rosso la cui forza e la cui mole vanno sempre piu aumentando. Tutto il paese è in pericolo. La lotta è lunga e dolorosa, e a momenti il drago sembra prossimo a vincere. Ma poco alla volta la schiera dei seguaci del cavaliere si ingrossa, e quando il popolo vede che la sua salvezza è possibile, tutti accorrono sotto le sue ban– diere. E cosi il drago è ucciso, e il prode cavaliere - che non era se non il figlio di un fabbro di villaggio - diventa il primo ministro del re. (...) La nuova crociata fu com– battuta con lo stesso ardente fervore che i loro antenati avevano mostrato combattendo per il Santo Sepolcro. È una meravigliosa epopea questa storia di una lunga e faticosa lotta contro forze soverchianti; di spedizioni notturne e di strenue fatiche per lunghi giorni al fine di rendere libera una comunità affamata da uno sciopero politico; di tante altre città ove i volontari fascisti che non sopportavano di vedere i loro compatriotti soccombere de– lusi sotto il giogo comunista, si assunsero il compito di provvedere al vettovagliamento, ai servizi di polizia e persino alla illuminazione civica; di successi e di sconfitte; di cupi cortei per recarsi a seppellire i morti, e di ancor piu cupe vicende che si succedettero quando venne la resa dei conti per i rossi che si eran resi colpevoli. 39 Villari è meno poetico, ma piu profondo: Piu di mille fascisti furono uccisi dai loro avversari, che proditoriamente si appo– stavano dietro il chiuso delle imposte o lungo strade solitarie (Manchester Guardian, 27 marzo 1926). Non meno di 2000 fascisti furono uccisi dai loro avversari, quasi sempre in seguito a imboscate contro individui isolati (The Awakening of ltaly, p. 165). Ciò che colpiva tutti gli osservatori era il contegno virile di questi giovani, la loro proprietà e le loro buone maniere (ibid., p. u5). Queste affermazioni, presentate senza particolari e senza prove, andreb– bero discusse caso per caso alla luce degli elementi pro e contro. Tale inda– gine condurrebbe chiunque non sia accecato da fanatismo a concludere che da tutt'e due le parti vi furono attaccanti e attaccati, assassini e vittime, imboscate e assalti aperti, atti di coraggio e tradimenti. Lo stesso Mussolini, in un discorso del 4 aprile 1922, dovette esprimere la sua disapprovazione per le ·imboscate di cui si rendevano colpevoli i suoi seguaci: Bisogna avere il coraggio di dire che c'è una violenza fascista legittima e sacrosanta. Ma mettersi dietro una siepe, andare nelle case no.1;1 è fascista. 40 89 SIR PERCIVAL PHILLIPS, The Red Dragon and the Black Shirts: how Italy found he1 soul; the true story of the Fascist Movement, London, Carmelite House, 1923, pp. 11-13: 40 " Popolo d'Italia-, " s aprile 1922. 57 BiblotecaGino Bianco

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