Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia voro di Empoli, questa notizia provocò un grande assembramento di folla già eccitata dalle notizie di Firenze. 33 Appena i due camions giunsero nella piazza del mercato, furono circondati da tutte le parti: nove uomini furono uccisi e dieci feriti piu o meno gravemente. Diverse salme furono gettate nel fiume. Nei giorni seguenti sia la città che i dintorni di Empoli furono oggetto di atroci rappresaglie. I fascisti convennero a Empoli da tutta la provincia, devastarono la Camera del lavoro e molti negozi, n1entre la polizia arre– stava 218 persone. Tre camions di fascisti, seguiti da un'autoblinda, scor– razzarono per tutta la zona, devastando le sedi sindacali e le abitazioni dei socialisti conosciuti. Ogniqualvolta veniva incontrata résistenza, interveniva l'autoblinda. A Siena fascisti e polizia attaccarono la Camera del lavoro. Per un'ora i lavoratori opposero resistenza, ma quando entrò in azione l'artiglieria sparando otto granate contro la porta di ingresso, gli assediati si arresero. Tra essi, dieci avevano riportato ferite piu o meno gravi, che in due casi furono mortali. La Camera del lavoro fu devastata e data alle fiamme. A Firenze il 2 marzo gli uomini cominciarono pian piano a far ritorno al lavoro. A Scandicci, un paesino dei dintorni, i contadini attaccarono un camion di carabinieri lanciando delle bombe, e barricarono il ponte all'in– gresso del paese. Una colonna di artiglieria con mezzi corazzati e pezzi da campagna soffocò la rivolta. Come al solito, dopo che l'ordine era stato ristabilito, una spedizione punitiva di fascisti fiorentini fece il suo arrivo distruggendo le sedi delle organizzazioni operaie del paese. Questa sera - scrive il corrispondente del Corriere della Sera, la notte del 2 marzo 1921 - verso le 18 le vie principali dì Firenze sono state attraversate da alcuni pezzi dell'artiglieria che aveva operato a Scandicci. Fra gli applausi della cittadinanza si è quindi formato un corteo imponentissimo di cui facevano parte tre camions carichi di bersaglieri, soldati di fanteria e fascisti reduci da Scandicci. Tutti cantavano inni patriottici e sventolavano grandi bandiere tricolori, mentre dalle finestre si gettavano sul corteo fiori. I soldati e i fascisti portavano come trofei bandiere rosse e altri emblemi sovversivi aspor– tati dalla sede della Società di mutuo soccorso di Scandicci. La dimostrazione, che non è stata turbata da alcun incidente, si è sciolta all'Associazione dei combattenti. Coloro ritenuti colpevoli di aver gettato le bombe e di altre violenze ebbero delle condanne severissime; tre furono condannati a trent'anni, due a ventuno, uno a diciassette, sette a pene varianti da due a dodici anni. Due che erano riusciti a scappare furono condannati all'ergastolo. 34 Gli uccisori di Berta furono condannati a pene detentive varianti da dieci a diciotto anni. Per i fatti di Empoli diciotto persone furono condannate a pene de– tentive dai venti ai trent'anni; trentadue a pene dai quattordici ai dicias– sette anni; trenta a pene da cinque a dodici anni. Condanne analoghe si ebbero per tutti gli altri reati. Ma nessun fascista fu mai condannato per 52 38 Questi particolari vennero alla luce nel corso del processo alle Assise di Firenze. 84 " Corriere della Sera. ,, r luglio r 922. BiblotecaGino Bianco

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