Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Ha1·vard: L'Italia dal 1919 al 1929 Di conseguenza, i primi anni del regime fascista furono caratterizzati dalla piu assurda contraddizione tra parole e fatti, teoria e pratica, legge e governo. Fu un· periodo, da una parte di anarchia locale, dall'altra di abuso del potere centralizzato. Le squadre fasciste continuavano a compiere atti di violenza, ma questi atti di violenza erano condannati dalla legge. Gli antifascisti erano di fatto privati dei loro diritti personali e politici, ma l'Ita– lia era ancora un paese in cui, secondo lo Statuto in vigore, tutti i cittadini, senza distinzione di, pa_rtito, godevano degli stessi diritti personali e delle stesse libertà politiche. Un partito politico da solo, il partito fascista, si pro– clamava il rappresentante di tutta la nazione, il Parlamento era stato conse– gnato ad una maggioranza fascista con mezzi certo non contemplati dal vecchio Statuto, e si impediva con la violenza ai n1embri dei gruppi di oppo– sizione di· esercitare il loro legjttimo compito di discutere e criticare le azioni del governo. L'esistenza dei partiti politici tuttavia era ancora contem– plata dalla legge, e si poteva ancora sperare che una· minoranza parlamentare fosse in grado di svolgere la propria azione. La stampa era imbavagliata, ma la legge che garantiva la libertà di stampa non era ancora stata esplicitamente soppressa. Direttori ed editori dei giornali antifascisti venivano bastonati, le redazioni devcJ,statee date alle fiamme; ma ai giornali antifascisti era an• cora consentita la pubblicazione. In conclusione, sebbene la democrazia ve– nisse messa in croce, ie forme di uno stato democratico venivano ancora mantenute. Solo con la crisi susseguente al delitto Matteotti si ebbe la rottura aperta anche con gli aspetti formali del vecchio regime democratico. Fu durante tale crisi che a Mussolini non fu piu possibile autorizzare da una parte, come Duce del fascismo, i delitti compiuti dalle squadre, e sconfessarli dal– l'altra, come presidente del Consiglio. Non gli era piu possibile promettere che giustizia sarebbe stata fatta, e contemporaneamente fare uso dei mezzi a disposizione del governo per garantire l'impunità agli esecutori dei delitti. Per superare la crisi, per evitare di essere egli stesso sommerso, Mussolini do– veva bloccare tutte le vie costituzionali, attraverso le quali l'opposizione poteva svolgere una azione legale. Doveva distruggere completamente la libertà di stampa e sopprimere nel paese ad ogni costo ogni possibile mani– festazione di dissenso. Assumendo pubblicamente, col discorso del 3 gennaio 1925, la responsabilità del "clima storico" che aveva condotto il fascismo alla illegalità e alla violenza, egli poneva fine alla ambigua politica del suo regime. Adesso apertamente le vuote forme delle costituzioni democratiche venivano messe da parte. Anche il Re fu costretto a venire alla ribalta. Fintanto che la violenza fascista veniva ufficialmente sconfessata dal suo presidente del Consiglio, il Re, come Ponzio Pilato, se ne poteva lavare le mani. Ma una volta che Mus• solini si era assunta ufficialmente la responsabilità morale e politica per tutte le imprese fasciste, il Re era costretto ad assumere la sua parte di responsa• bilità. Il giuramento prestato al momento di salire sul trono lo obbligava Bibloteca·Gino Bianco

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