Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'ltalia dal z919 al z929 fasciste. Poi volgendosi verso i colleghi disse con lo stesso tono di voce calmo e fermo: "Ed ora preparatevi a farmi l'elogio funebre." Matteotti sapeva bene che avrebbe pagato con la vita il suo atto di coraggio. Il pomeriggio del 10 giugno 1924, in una strada di Roma e in piena luce del sole, Matteotti venne aggredito da cinque uomini e trascinato a forza dentro una automobile. Due mesi piu tardi, in un bosco, una sessantina di chilometri fuori Roma, venne scoperto il luogo dove era stato sepolto. Le indagini giudiziarie misero in luce i seguenti fatti: (1) che il capo della banda che aveva rapito e assassinato Matteotti era un certo Dumini, che era al servizio del capo dell'ufficio stampa di Mussolini, Cesare Rossi; (2) che l'automobile usata per il rapimento era stata procurata da un certo Filippelli, direttore di ùno dei quotidiani fascisti di Roma; (3) che Dumini • aveva agito secondo ordini ricevuti da Giovanni Marinelli, segretario ammi– nistrativo del partito fascista, e da Cesare Rossi, capo dell'ufficio stampa di Mussolini. Sembra che il piano di Dumini fosse di rapire Matteotti, condurlo in un punto isolato della campagna intorno a Roma, ucciderlo e abbando– nare là il cadavere. Ma all'interno dell'automobile, _Matteotti cominciò a lot– tare contro i suoi rapitori e a gridare. Uno dei suoi aggressori allora lo avrebbe ·ridotto al silenzio con una pugnalata al petto. Non appena si sparse la notizia della sparizione di Matteotti, per quanto ancora non ci fossero prove che egli fosse stato assassinato, gli italiani ebbero subito il sospetto che Matteotti fosse morto, e chi aveva commesso il crimine e perché. Per tutto il paese si sollevò un moto di sdegno. Il pomeriggio del 12 giugno, alla Camera, un deputato socialista unita– rio presentò una interrogazione sulla scomparsa del deputato. Mussolini sa– peva già che Matteotti era stato ucciso, perché Dumini aveva fatto ritorno a Roma la notte precedente, e Filippelli, Marinelli e Rossi erano stati infor– mati del fatto. È assurdo pensare che nessuno di loro ave~se informato Mus– solini prima che questi si recasse alla Camera ad affrontare la tempesta. Mus– solini affermò che Matteotti era scomparso improvvisamente . " in circostan– ze di tempo e di luogo non ancora bene precisate, ma comunque tali da legittimare .l'ipotesi di un delitto che, se compiuto, non potrebbe non su– scitare lo sdegno e la commozione del governo e del Parlamento." Un depu– tato socialista esclamò: "Allora Matteotti è morto." Un deputato repub- . blicano gridò: "Lasciate parlare il presidente." Si fece silenzio. Il deputato repubblicano gridò: "Allora è complice." Fu sottratto con difficoltà alla furia dei fascisti. Per parecchi giorni il marciapiede dove Matteotti era stato sopraf– fatto e rapito fu cosparso di rami di palma e di fiori; una folla di uomini, donne e bambini che si inginocchiavano e dicevano preghiere, lo affollava di continuo. I fascisti non osavano molestarli. Intanto i giornali riguada– gnavano coraggio e dedicavano molte colonne a commentare il delitto, di– scutendo gli elementi che giorno per giorno venivano alla luce. I capi fa. scisti erano storditi, come se fossero stati colpiti da un disastro irreparabile; BiblotecaGino Bianco

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