Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il delitto Matteotti Il 6 aprile, giorno delle elezioni, specialmente nelle zone rurali, i locali in cui avvenivano le votazioni erano sorvegliati da fascisti armati, che proi– bivano agli elettori antifascisti di dare il loro voto. In molte località i votanti furono condotti alle urne in camion sotto la supervisione dei fascisti, rice– vettero il certificato elettorale dai fascisti, e dovettero deporre la scheda nelle urne senza nemmeno entrare nella cabina elettorale. Parecchie persone che cercarono di andare a votare furono ferite o addirittura uccise. In mol– tissime sezioni non si permise ai partiti di opposizione di avere i loro rappresentanti per il controllo delle votazioni. I fascisti, liberi di fare- quel che volevano, riempirono le urne di voti falsi, tanto che in molte sezioni la loro lista ricevette i voti di tutti i votanti iscritti, anche di coloro che erano morti o erano all'estero. Dove non si era permesso ai partiti di opposizione di nominare i propri candidati, i candidati fascisti riuscirono eletti sia come candidati governativi che come candidati d'opposizione. Malgrado tutto ciò, 2.300.000 cittadini ebbero il coraggio di votare per i candidati di opposizione non comunisti. I comunisti ricevettero 265.000 voti. I candidati fascisti raccolsero 4.613.000 voti. Di questi, , il grosso (2.700.000) veniva dal Mezzogiorno; nei collegi meridionali i funzionari governativi avevano sempre "manipolato" i risultati elettorali, secondo i desideri del partito al governo, anche nell'era prefascista. Nell'Italia setten– trionale, la lista fascista ottenne soltanto 1.800.000 voti, contro 1.285.000 voti delle liste antifasciste, esclusa quella comunista che raccolse 185.000 voti. In parecchie delle maggiori città del Nord, i fascisti ricevettero un numero mi– _nore di voti del totale raccolto dalle liste non fasciste. Nella nuova Camera, contro una maggioranza di 374 deputati, c'era una minoranza di 159 deputati divisi tra loro. Con una tale Camera, un Senato in cui il governo era appoggiato sia dai vecchi senatori conservatori che dai nuovi fascisti, e con la milizia alle sue spalle, Mussolini era padrone assoluto della situazione. Tuttavia ancora esisteva una opposizione parla– mentare; e fintanto che essa continuava ad esistere, c'era da aspettarsi che avrebbe svolto la sua normale funzione di discutere la politica del governo. Inoltre, la maggioranza alla Camera sapeva di non rappresentare la maggio– ranza nel paese, e la minoranza negava il suo diritto di mantenere il potere. Il 30 maggio 1924, il deputato socialista unitario Giacomo Matteotti, denunciò la violenza e i brogli messi in opera durante le ultime elezioni. Egli portò numerosi esempi di minacce, di atti di violenza e della generale manipolazione delle elezioni e dei risultati. In conclusione, egli proponeva che le elezioni fossero dichiarate nulle e prive di effetto, e che si tenessero nuove elezioni in condiziòni tali da permettere agli elettori di esprimere liberamente la loro preferenza. La Camera era in preda ad una tensione. drammatica. Il discorso di Mat– teotti veniva interrotto quasi ad ogni frase da grida, smentite, insulti e mi– nacce della maggioranza fascista, ma rimanendo calmo ed impassibile il coraggioso deputato continuò sino alla fine la sua denuncia delle violenze- Bibloteca Gino Bianco

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