Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 dimettersi, o fare un colpo di stato non solo contro la Camera, ma anche contro il Re. Tra i deputati popolari, i piu conservatori o meno coraggiosi erano di– sposti a cedere, ma Don Sturzo era un irriducibile avversario della legge, ed aveva dietro di sé l'appoggio della massa del partito e della maggioranza dei deputati. La legge era destinata ad incontrare una forte opposizione e una probabile sconfitta. Per Mussolini c'era soltanto una soluzione: costringere la Camera ad ingollare la legge. La milizia fascista era pronta. Invece delle truppe regolari, come era consuetudine della " vecchia era, " Montecitorio fu posto sotto la custodia della milizia fascista. Le truppe regolari erano state agli ordini del presidente della Camera a garanzia della libertà dei deputati. I militi fascisti • erano agli ordini del presidente del Consiglio per intimidire i deputati. La stampa fascista pubblicò attacchi selvaggi contro i deputati di opposizione. Molti di questi venivano pedinati. Uno di essi, Misuri, il 29 maggio 1923 era stato bastonato quasi a morte, e i suoi aggressori, per quanto conosciuti da tutti, rimasero per la polizia " persone ignote. ". Contemporaneamente la stampa fascista e oratori fascisti in pubblici comizi annunciavano con lin, guaggio · truculento che, se il partito popolare non avesse ceduto di fronte alla legge elettorale, l'Italia avrebbe assistito al piu violento scoppio di anti, clericalismo che si fosse mai avuto nella storia. Don Sturzo, cosf argomen, tavano, era un prete; come tale, egli era sotto la disciplina dei suoi superiori ecclesiastici; quindi questi ultimi erano responsabili per la politica del partito popolare; perciò il partito fascista avrebbe esteso la sua ostilità non soltanto contro Don Sturzo e il suo partito politico, ma anche contro l'intera gerar– chia ecclesiastica alla quale Don Sturzo apparteneva. Il 10 luglio del 1923, la legge venne presentata davanti alla CaJnera. I corridoi erano affollati di camicie nere che facevano grande sfoggio di corde, preparate - gridavano - per impiccare quei deputati che avessero osato votare contro. I deputati sapevano molto bene, dopo quello che era capitato a Misuri il 29 maggio, che non si trattava semplicemente di manifestazioni verbali. Scrive Don Sturzo: L'atmosfera politica era grave e opprimente. Le camicie nere erano concentrate a Roma. Circolavano da ogni parte voci di feroci violenze e di vendette personali; le forze · armate fasciste si mettevano in mostra in numero sempre crescente; perfino le gallerie della Camera, e i corridoi e i saloni ne erano affollati. 10 Ciò malgrado, l'opposizione rivelò una energia insospettata. Quand'ecco che l'n luglio Dcin Sturzo si dimette da segretario del suo partito, rilasciando la seguente dichiarazione: 10 L. STURZO, Italy and Fascism, cit., pp. 137-38. L. VILLARI (The Awake1iing of ltaly, cit., p. 247) pone un velo discreto a coprire i metodi coi quali la riforma elettorale venne fatta passare alla Camera. Alludendo ai popolari, scrive: " II partito non era piu com– patto come una· volta, e il governo continuava a godere l'appoggio del Vaticano, che natu• ralmente era l'arma più efficace. " 620 ,. Biblotec·aGino Bianco

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