Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 luzioni francese e russa in quanto si tratta di rivoluzioni "politiche" e non " sociali. " Essi implicano soltanto alcuni cambiamenti negli uomini che sono a capo delle amministrazioni centrale e locali, mentre una rivoluzione sociale impone una espropriazione economica e politica, o persino la effet– tiva eliminazione fisica delle vecchie classi dirigenti. In ogni modo una "rivoluzione," sia "sociale" che "politica," è sempre il risultato di una insurrezione di forze extra-governative contro le forze regolari di un governo. Se tale è una "rivoluzione," si può seriamente pensare eh~ la marcia . su Roma sia stata una "rivoluziorte "? Senza dubbio la marcia su Roma possiede alcuni degli elementi di un "colpo di mano" o di una "rivoluzione politica," in quanto un gruppo di persone, che non erano al potere, approfittando della debolezza del Re e della stupidità del presidente del Consiglio, si impadronirono del governo. Ma in una rivoluzione i capi militari rimangono fedeli al governo regolare, e l'esercito è sconfitto dalle forze rivoluzionarie. Nel caso della marcia su Roma, uomini che non erano al potere si impadronirono del governo con la connivenza delle autorità militari. Quindi la marcia su Roma dovrebbe piut– tosto essere definita un "colpo di mano" militare. Durante l'estate e l'au– tunno del 1922, i fascisti parlavano di un imminente "colpo di stato" e non di una rivoluzione. 25 Tuttavia un "colpo di stato" militare è condotto da uomini che occu– pano nel governo le cariche piu alte. Esempi tipici i "colpi di stato" del brumaio 1799 e del 2 dicembre 1851, in Francia. Napoleone Bonaparte e Luigi Napoleone assunsero apertamente la responsabilità di abolire il Par– lamento. In Italia, nel 1922, la prima vittima dell'insurrezione fu il Re. Quanto realmente avvenne fu qualcosa di mezzo tra una "sedizione mili– tare" e un "intrigo dinastico," che sotto la veste di una "rivoluzione po– polare" si proponeva di costringere il Re o all'abdicazione o a compiere un "colpo di ·stato" contro il Parlamento. Trovandosi stretto tra un presidente del Consiglio imbecille e una sedizione militare travestita da falsa insurre– zione popolare, il Re, piuttosto che abdicare a favore del cugino, cedette al " consiglio, " cioè alla pressione, della cricca militare, e contro il suo desi– derio condusse il "colpo di stato" antiparlamentare, privando il governo civile dei mezzi indispensabili ad una repressione legale e affidando a Mus– solini la presidenza del Consiglio. Definire come una "rivoluzione" la marcia su Roma significa assol– vere le autorità militari e lo stesso Re da ogni accusa di mancata fedeltà allo Statuto, e contornare Mussolini di un alone di "conquistatore rivolu– zionario " il quale ha raggiunto il potere dopo Dio sa quante battaglie cam- . pali e quante dure prove. 25 A. TASCA, Nascita e avvento del fascismo, cit., pp. 394, 433. 612 BiblotecaGino Bianco

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