Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Osservazioni al capitolo ventiquattresimo Quanti erano i fascisti che la mattina del 28 ottobre erano disponibili per un attacco contro Roma? Un giornale fascista romano, La Patria, riportando il 31 ottobre del 1922 una pittoresca descrizione delle epiche giornate trascorse, calcolava che " fossero circa settan– tamila i fascisti accampati la notte sul 29 alle porte di Roma. " 1 La stessa cifra di 70.000 è data nel libro del giornalista inglese, Sir Percival Phillips; secondo lui i fa– scisti ammontavano a quasi 120.000, o piu precisamente u7.ooo, "di cui 70.000 erano camicie 1.1ereche costituivano truppe scelte. " 2 Vale la pena di riportare per intero le parole di Sir Percival: · Fu una marcia di poveri contadini, alcuni dei quali per la prima ;volta vedevano una grande- città, e di operai provenienti da cantieri ed officine, mescolati con elementi sociali diversi, tutti che reclamavano libertà (sic). Quasi 120.000 uomini armati, tutti uomini fedeli, tutti pensosi solamente del bene del paese e pronti a mettere le loro persone in disparte, raccolti alle porte di Roma. Essi, come le legioni di un tempo, arrivarono in coorti, in cen– turie comandate da centurioni, in "manipoli, " o in gruppi che recavano nomi resi famosi dalle loro imprese. (... ) La mattina seguente, sotto la direzione del generale Fara, essi erano in marcia verso i tre luoghi di raccolta. I tre comandanti supremi (De Bono, De Vecchi e Balbo) stavano al loro quartier generale a Perugia. Le camicie nere provenienti dall'Umbria, dalla Romagna e dalla Toscana si raccolsero prima a Foligno e successivamente a Monte– rotondo, poco piu di trenta chilometri a nord di Roma. Dagli Abruzzi altre camicie nere al comando di Bottai scesero dalle loro montagne e si raccolsero presso Tivoli, pressappoco alla stessa distanza da Roma, in direzione nord-est. Le unità fasciste provenienti da Ge– nova, Milano, Bologna e in genere dalle zone di nord-ovest, scesero lungo la costa sino a Santa Marinella. un piccolo posto di mare vicino a Civitavecchia, dove aveva il comando Pollastrini. In tal modo Roma fu circondata da tre parti da un esercito di quasi r 20.000 uomini, perfettamente organizzati e disciplinati e prcinti a combattere. Devo però sottoli– neare che il movimento convergente di queste forze verso Roma fu un movimento di pic– cole unità e non di vaste formazioni militari. Squadre e manipoli si incontrarono come di solito ai. loro luoghi di riunione e si diressero poi al centro di mobilitazione. Viaggiarono in treno, in automobile, in camion. Il loro equipaggiamento consisteva di moschetti, rivol• telte ed elmetti.3 Nel 1924, Luigi Villari, propagandista fascista per i paesi di lingua inglese, dava la cifra di 70.000 per le truppe di prima linea, e di 20.000 per quelle alla retroguardia. 4 Due anni dopo, nel Manchester Guardian del 27 marzo 1926, portava il totale a 200.000. Sir Ernest Benn, un editore inglese che si faceva passare per studioso di politica e di 1 Riprodotto dal " Popolo <fltalia, " r novembre 1922. 2 The Red Dragon and Black Shirts, cit., pp. 14, 15, 54-57. a Ibidem, pp. 14, 54-55. 4 L, VILLARI, The Awakening of Italy. cit., p. 74. BiblotecaGino Bianco

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