Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 telegrafici e telefonici erano nelle mani dei fascisti. Egli si guardò bene dal dire che a Firenze il comando militare è a soli duecento metri dalla pre– fettura, e che il prefetto in cinque minuti avrebbe potuto dare ordini al comandante militare di far sgomberare i fascisti dai "punti strategici." Anche senza conoscere questo significativo particolare, Zangwill avrebbe potuto chiedersi perché il prefetto non si serviva della polizia, concentrata in prefettura, per espellere i fascisti dagli uffici telegrafici e telefonici e dalla stazione centrale: tutti posti che non distavano dalla prefettura piu di mezzo chilometro. L'atteggiamento del generale Gonzaga, comandante la piazza di Fi– renze, quale Malaparte lo descrive, appare, se non altro, anche piu ambiguo di quello del prefetto. Dopo avere consegnato le truppe nelle caserme e aver permesso in tal modo ai fascisti di occupare i "punti strategici" senza colpo ferire, egli apprese dai giornali che il Re stava trattando con Mussolini e probabilmente gli avrebbe affidato l'incarico di formare un nuovo mini– stero. In quel momento la notizia era falsa. Ma il generale Gonzaga tele– grafò al ministero della Guerra a Roma per ottenerne conferma (evidente– mente 1~autorità militari avevano ancora a loro disposizione i servizi radio, che i fascisti si erano dimenticati di sequestrare). Il ministero della Guerra si rifiutò di dare una risposta precisa, rispondendo che il nome del Re non doveva essere mescolato in risse di partiti, e che la notizia era probabil– mente prematura. La mossa seguente del generale fu di recarsi al quartier generale dei fascisti a Firenze per chiedere se la notizia era vera. Gli fu assi– curato che le cose stavano veramente cosL Questa "lieta notizia" pose ter– mine ai suoi scrupoli di coscienza e sollevò dalle sue spalle uria grossa re– sponsabilità: quella di far sloggiare i fascisti da quei "punti strategici." Un caso tipico si verificò a Padova. Il generale Boriani, comandante della piazza, nella notte del 27 ottobre era assente, pare in licenza. Il generale Erno Capodilista, che aveva temporaneamente assunto il comando e non apparte– neva alla cricca militare in combutta con i fascisti, si preparava a prendere le misure necessarie per far sloggiare i fascisti, quando in tutta fretta il generale Boriani poneva termine alla sua licenza, riprendeva il comando nel cuor della . notte, e consegnava le truppe nelle caserme. 17 Un fascista, che insieme ai suoi camerati occupava la stazione ferroviaria di Cancello, a sud di Roma, cos1 racconta la sua avventura: Si era sparsa la voce che i carabinieri volessero tentare il forzamento della linea e perciò siamo rimasti al posto, con una scatoletta di carne in conserva e una pagnotta per lauto cibo per tutta la giornata. I carabinieri, calunniati a torto, non sono venuti. È venuto, invece, un capitano del commissariato militare, il quale ci ha donato, inneggiando a Mus– solini, un camion carico di ogni ben di Dio. 18 lT Tale racconto è stato fatto a chi scrive da un testimone oculare. 18 P.N.F., Pagine eroiche della rivoluzione fascista, Milano, Casa edit. Imperia del P.N.F., 1925, p. 319. 606 BiblotecaGino Bianco

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