Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 tura. Si confinò a Milano, a due ore dalla frontiera svizzera, pronto a fug– gire se le cose avessero preso una brutta piega. Durante il mese di ottobre, Mussolini condusse trattative segrete con Giolitti, da una parte, e con Nitti, dall'altra. Egli chiedeva per i fascisti sei posti nel ministero, e nuove elezioni generali. 12 Non era questo il piano delle autorità militari e dei nazionalisti, i quali volevano un governo total– mente conservatore-reazionario-militarista. Il loro candidato per la presidenza non era Mussolini, ma Salandra. Intendevano servirsi di Mussolini e dei fascisti tenendo poi per sé i frutti della vittoria. Il 22 agosto, il Giornale d'Italia di Roma aveva pubblicato una lettera, firmata "un gruppo di ufficiali del– l'esercito," in cui si sfidava Mussolini a pronunciarsi francamente sulla que-· stione monarchica. Mussolini, sul suo giornale, aveva risposto rassicurandoli che la monarchia non correva nessun rischio da parte dei fascisti, e piu tardi, nel discorso di Udine del 20 settembre, aveva ribadito la stessa assicurazione e fatto una professione di fede monarchica, buttando alle ortiche le idee re– pubblicane professate dal fascismo al suo inizio. 13 Malgrado questa virata a destra, i capi militari e i nazionalisti rimasero fermi nella loro scelta, per un futuro presidente del Consiglio, su Salandra. Mussolini non era disposto ad avere la parte del secondo violino in un ministero nazionalista, che si sarebbe risolto in una dittatura militare, e avrebbe offerto ancor meno occasioni di un qualche mutamento a suo favore. Parlava della imminente "marcia su Roma, " come già aveva fatto altre volte, perché non voleva rimaner tagliato fuori dal giuoco, nel caso che la "marcia su Roma" venisse posta veramente in attuazione. Ma teneva al suo arco due altre frecce: Giolitti e Nitti. Il primo era il candidato dei socialisti di destra; il secondo dei popolari e del cardi– nal Gasparri. Comunque fossero andate le cose, Mussolini era sicuro che avrebbe avuto un posto nel nuovo ministero. Ma preferiva un ministero democratico, e contava sulle prossime elezioni generali per arrivare alla presidenza. La sera del 27 ottobre, venne ufficialmente annunciata la "mobilita– zione," e .durante la notte gruppi fascisti cominciarono a convergere su Roma dalle località limitrofe dell'Italia centrale. De Bono avrebbe dovuto dirigere il movimento da Perugia, ma appare dal Diario di Balbo che di . fatto egli non diresse un bel niente. Altri quattro generali in pensione, Fara, Maggiotto, Ceccherini, Tiby, comandavano i gruppi fascisti che "mar– ciavano" su Roma. Un quinto generale, Zamboni, era a Foligno, poco di– stante da Perugia, al comando delle " riserve " fasciste. Qui venne raggiunto da un altro generale, Novelli. 14 Altri ufficiali, alcuni in pensione, altri in 12 A. TASCA, Nascita e avvento del fascismo, cit., pp. 411 sgg. 13 I. BALBO, Diario 1922, cit., pp. 154-55. 14 Parlando con Ludwig, alla domanda: " Che cosa ne pensa Ella, che dei generali, come i quattro. che parteciparono alla Marcia su Roma, siano venuti meno al loro giura– mento e abbiano fatto la rivoluzione, per aderire ad una nuova impresa?, " Mussolini ri– sponde: "In certe crisi storiche ciò può accadere. " (E. LuvwIG, Colloqui con Mussolini, trad. ital. cit., p. 95.) BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=