Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La marcia su Roma Il giorno seguente i giornali annunciavano che Badoglio aveva smen– tito la notizia diramata il giorno prima. Balbo scrive nel suo Diari·o: "Ne sono contentissimo. ,n Secondo il Diario di Balbo, al "consiglio di guerra" del r6 ottobre, De Bono e De Vecchi pensavano che le truppe fasciste non fossero ancora pronte e che occorresse rinviare ogni decisione, mentre Balbo sosteneva che l'insurrezione si sarebbe trovata di fronte ostacoli assai piu seri se fosse stata rinviata alla primavera. Questo sembrava dimostrare che si riteneva che le truppe fasciste sarebbero state pronte per la primavera· del 1923. Secondo la stessa fonte, la decisione definitiva di mobilitare immediatamente le camicie nere e farle muovere contro Roma venne presa a Napoli nella notte tra il 24 e il 25 ottobre, durante una riunione presieduta da Mussolini. Scopo della " mobilitazione " era di costringere il ministero Facta alle dimissioni. Dopo di che i fascisti si sarebbero accinti " alla conquista del potere con un ministero che avesse almeno sei ministri nostri nei dicasteri piu importanti." 8 Nella stessa notte, il generale Baistrocchi si recò da De Bono per dirgli "che i reparti dell'esercito dislocati nel Mezzogiorno, seguono con grande simpa– tia il movimento fascista." 9 Il giorno dopo, mentre si trovava ancora a Na– poli, Balbo ricevette da un messo, inviato dal "fiduciario" presso il mini– stero della Guerra, " una copia degli ordini ·emanati poche ·ore prima dal ministro: riservatissimi. " Ma non abbastanza per essere ignorati dal comando generale fascista... Risulta che la formazione dei battaglioni misti è ancora in alto mare. Sono stati dati in proposito ordini ai corpi d'Armata. Ma noi sappiamo come queste cose procedono sotto il regime della buro– crazia militare. Possiamo dunque stare tranquilli. L'esercito non c1 impressiona. È molto piu nostro che di Soleri. 10 Dopo che a Napoli era stata presa la decisione per una azione imme– diata, Mussolini fece partenza, passò per Roma senza fermarsi, non si recò a Perugia dove era il quartier generale della insurrezione, ma andò diretta– mente a Milano, che dista circa seicento chilometri sia da Perugia che da • Roma, e dove rimase sino alla notte del 29 ottobre. Lussu ha osservato iro– nicamente che Milano "era una località davvero curiosa per dirigere una battaglia"; "anche secondo le piu moderne concezioni strategiche, seicento chilometri di distanza dalla linea principale del fuoco sono molti; ma, d'al– tra parte, Milano aveva il vantaggio di essere assai vicina al confine svizze– ro." 11 Se Mussolini avesse previsto la improvvisa e schiacciante vittoria del 28 ottobre, sarebbe stato a Perugia, in modo da non dover dividere con altri la gloria della "battaglia" e della "vittoria." Ma non si fidava dell'avven- ' Ibidem, p. r 76. 8 I. BALBO, Diario r922, cit., p. 196. 9 Ibidem, p. 198. 10 _Jbide~, pp. ! 99-2oq. Soleri, ministro della Guerra, non era popolare tra berretti gallonati per tl suo discorso alla Camera del 4 marzo 1919; vedi Cap. XI, p. 453. u E. Lussu, The Road to Exile, New Yotk, Covici, Friede, 1936, p. 51. BiblotecaGinoBianco

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