Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 Balbo, e il segretario generale del partito, Michele Bianchi. Due giorni dopo, i quadrumviii si incontrarono a Bordighera per preparare nei particolari il loro piano, con l'assistenza del colonnello Sacco, che aveva appartenuto allo stato maggiore dell'esercito. Mentre che "nel massimo segreto" aveva luogo questo incontro, la vecchia regina madre, Margherita, che passava l'estate nella sua villa di Bordighera, seppe della presenza di questi signori, e li invitò ad una colazione, al termine della quale, scrive Balbo, "ha formulato i piu grandi auguri per la realizzazione dei nostri piani che non potevano che essere indirizzati alla salvezza e alla gloria della patria." 22 Il Vaticano non era informato di questi preparativi. Lavorava per conto proprio per rendere impossibile un accordo tra i deputati popolari e i so- · cialisti di destra. · Il 2 ottobre 1922, il cardinal Gasparri intervenne personalmente nella campagna. In una circolare diretta ai vescovi italiani, egli "protestava ener– gicamente" contro "le insinuazioni assolutamente false e calunniose," che presentavano il partito popolare come una "emanazione della Santa Sede o l'espone~te dei cattolici nel Parlamento e nel paese." La Santa Sede inten– deva rimanere· "fedele al principio di non lasciarsi trascinare nel gioco delle competizioni politiche"; essa "era rimasta sempre e intendeva rimanere totalmente estranea al partito popolare come ad ogni altro partito politi– co (...) pur riservandosi di assumere verso di esso, come verso altri partiti, un atteggiamento di riprovazione e di biasimo ove fosse venuto a mettersi in contrasto con i princip1 della religione e della morale cattolica." Neppure negava la Santa Sede ai vescovi e ai parroci il diritto di avere, come privati cittadini, le proprie opinioni e preferenze politiche; ma "in quanto vescovi e parroci essi dovranno tenersi in tutto alieni dalle lotte dei partiti al di so– pra di ogni competizione meramente politica." 23 Non era facile tracciare una linea di separazione tra privati cittadini e vescovi e parroci. Nei casi dubbi, essi dovevano astenersi. Per quattro anni, in tutti i toni e in tutte le occasioni, il partito popo– lare aveva ripetuto che esso non era una emanazione della Santa Sede. Il cardinal Gasparri, perciò, andava dicendo una verità sacrosanta. Ma la forma aspra e tagliente che egli dava a questa verità equivaleva, non solo a un · rifiuto di responsabilità, ma ad una condanna. Egli condannava come "in– sinuazioni assolutamente false e calunniose" le voci circa un legame tra il Vaticano e il partito popolare, come se quest'ultimo fosse stato una associa– zione a delinquere. Il Vaticano era pronto a condannare il partito popolare non appena questo si comportasse male; mentre il Vaticano lo avrebbe igno– rato, dal momento ché non aveva nulla a che fare con esso, quando questo si comportasse bene. Del resto era significativo anche il momento scelto dal 22 Ibidem, p. 185. 28 " Giornale d'Italia, " 20 ottobre 1922; la circola1·e è in data 2 ottobre, ma venne pubblicata solo il giorno 20. 600 BiblotecaGino.Bianco

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