Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 Campomazza (23 luglio), Ceccherini (25 luglio), Zampieri (26 luglio), Gan– dolfì (30 luglin), Fiori ( 1 agosto), Pastore (8 settembre), De Marzillac ( r4 settembre), Milanesi e Oro (9 settembre). Tra il 30 settembre e il 4 ottobre, settemila fascisti provenienti dalla Lombardia e dal Veneto si concentrarono a Trento e a Bolzano, per prote– stare contro il governatore civile della provincia. Non vi fu nessun inter– vento per impedir loro di servirsi della ferrovia. Alle ore 14 del 4 ottobre, il comandante la i divisione di Trento as– sunse i pieni poteri per il mantenimento dell'ordine. Di conseguenza si ebbe un aumento del disordine. Alle 16,30 ebbe luogo un colloquio tra i fascisti e il governatore, alla presenza del generale Ghersi, comandante il corpo d'ar- • mata di Verona, il generale comandante la brigata Acqui ed " altri ufficiali superiori e funzionari." I fascisti chiesero che il governatore desse le dimis– sioni e abbandonasse la zona, e non rimasero soddisfatti delle sue risposte. 14 La notte seguente i fascisti assediarono la residenza del governatore: Le truppe erano schierate in modo che la piu leggera pressione delle squadre fasciste avrebbe determinato il mescolamento della forza, di guisa che non si sarebbe potuto usare le armi. (...) Il comando fascista si accontentò di dare uno spettacolo solenne (/) di for– za (/) e di disciplina; spettacolo che nel silenzio piu profondo durò fino alle ore tre della notte. 15 Nel pomeriggio del 5 ottobre, i fascisti tolsero l'assedio dal palazzo. "Il generale Ghersi (...) ci ha assicurato che il governatore Credaro sarebbe partito immediatamente. " 16 Soltanto un colpo di stato antiparlamentare avrebbe potuto prevenire alla Camera il formarsi di una coalizione di popolari, democratici e sociali– sti. Su questo punto è decisiva la testimonianza di Luigi Villari, noto pro– pagandista fascista: All'interno del partito socialista il problema di accettare l'idea di collaborare a un governo borghese era altamente controverso. I leaders del gruppo collaborazionista lavora– vano di buona lena per convincere i loro compagni, e a un certo momento sembrò che il loro punto di vista avesse buone probabilità di venire accettato. In diversi degli altri partiti c'era una vera e propria concorrenza per assicurarsi l'appoggio dei socialisti collaborazio– nisti nella formazione di un futuro gabinetto, dato che si era convinti che una combina– zione con gli elementi rossi moderati avrebbe garantito un governo di lunga durata ( ...). I fascisti, i nazionalisti, e generalmente le destre si opponevano rigidamente a tale esperi– mento. (...) Il socialismo rivoluzionario non costituiva piu un pericolo serio; i comunisti potevano occasionalmente commettere delle violenze o degli atti di terrorismo, ma avevano perduto l'appoggio di gran parte della classe lavoratrice. Ma il collaborazionismo rappre– sentava un pericolo assai piu concreto ed insidioso. 11 14 " Popolo d'Italia, " 5 ottobre 1922. 15 " Popolo d'Italia, " 6 ottobre 1922. 16 "Popolo d'Italia," 8 ottobre 1922. Scrive BALBO (Diario 1922, pp. 163-164): "Ri• cevo una lettera infiammata di De Bono e di De Vecchi che mi chiedono perché non li ho preavvisati degli avvenimenti dell'Alto Adige. Neppure io sapevo nulla. Ho appreso la notizia dai giornali. ( ... ) Proprio questo manda in bestia De Bono. ' Cosi non si fa la guerra,' mi scrive 'e neppure la rivoluzione.' " 17 The Awakening of Italy, cit., pp. 150-168. Bibloteca Gino Bianco

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