Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal I9I9 al I929 mrnacc1a di un gabinetto fascista, senza sfociare in un movimento rivolu– zionario. Intervistato, Turati dichiarò che lo sciopero aveva come scopo la difesa della costituzione contro gli scioperi anticostituzionali: "Sarebbe uno sciopero legalitario - disse. - Il proletariato sosterrà lo Stato difendendolo dai fascisti. " 7 Ma uno sciopero generale, inteso soltanto come una manifestazione an– tifascista, avrebbe dovuto essere proclamato per un periodo di tempo de.fi– nito (non piu di ventiquattr'ore), e sarebbe occorsa la cooperazione delle organizzazioni popolari. Queste non erano state consultate, e si pronuncia– rono contro lo sciopero. Inoltre non fu posto nessun limite di tempo, dato che gli anarchici e gli altri estremisti, che ne erano i promotori, si illudevano con la speranza che, dopo diciotto mesi di irresistibile pressione fascista, esso avrebbe potuto sfociare in una rivoluzione! A questa sfida insensata, i capi del partito fascista risposero con una abile mossa. Essi dichiararono che i fascisti avrebbero aspettato quarantotto ore perché lo stato affermasse la sua autorità: Trascorso questo termine, il fascismo rivendicherà piena libertà di azione e si sosti– tuirà allo stato che avrà ancora una volta dimostrato la sua impotenza. 8 Se lo sciopero non fosse stato generale, il suo fallimento sarebbe risul– tato palese alla fine del secondo giorno: i fascisti, scendendo in campo il terzo giorno, avrebbero vantato tutta intera la gloria della vittoria. Se, d'al– tra parte, lo sciopero fosse stato generale, le prime quarantotto ore di tempo sarebbero bastate a malapena al governo per mettere in moto la macchina di repressione: i fascisti, arrivando sulla scena proprio quando la macchina avrebbe cominciato a funzionare, avrebbero preso per sé tutto il merito della repressione. Comunque andassero le cose, i fascisti si sarebbero presentati come gli unici salvatori del paese. Come primo risultato della proclamazione dello sciopero, il Re inter– ruppe tutte le consultazioni per una soluzione della crisi ministeriale, man– tenendo Facta come presidente del Consiglio, tanto per avere un governo come che sia per ristabilire l'ordine. . Sin dal suo inizio, lo sciopero generale fu un fiasco. I ferrovieri, i cui rappresentanti in seno all'Alleanza del lavoro erano stati i piu accaniti so– stenitori dello sciopero, risposero aderendo parzialmente e in modo .fiacco. Su 229.000 uomini solo 60.000 scioperarono. 9 Gli altri gruppi risposero an– ch'essi in modo incoerente. Fu l'ultima mossa fuori tempo del pugile che sta per esser messo al tappeto. Nella notte del secondo giorno, l'Alleanza del 1 "Corriere della Sera," 1 agosto 1922. (Cit. trad.) 8 Comunicato della direzione del P.N.F., il 31 luglio 1922, "Popolo d'Italia," 1 agosto 1922. 9 AMMINISTRAZIONE DELLE FERROVIE DELLO STATO, Relazione per l'anno 1922-23, Roma, p. 124. 594 BiblotecaGino Bianco

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