Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lo sciopero generale del 1-3 agosto 1922 Il giorno 29, Balbo partf da Ravenna, a capo di una lunga colonna di camions pieni di fascisti, per una spedizione in prov1nc1a che doveva con– cludersi all'alba del giorno dopo. Siamo passati da Rimini, Sant'Arcangelo, Savignano, Cesena, Bertinoro, per tutti 1 centri e le ville tra la provincia di ForH e la provincia di Ravenna, distruggendo e incen– diando tutte le case rosse, sedi di organizzazioni socialiste e comuniste. È stata una notte terribile. Il nostro passaggio era segnato da alte colonne di fuoco e fumo. Tutta la pianura di Romagna fino ai colli è stata sottoposta alla esasperata rappresaglia dei fascisti (...). Episodi innumerevoli. Scontri con la teppaglia bolscevica, in aperta resistenza, nessuno. I capi sono tutti fuggiaschi. Le leghe, i circoli socialisti, le cooperative, semideserti. 5 Balbo, come spesso per tutto il suo Diario, tralascia di descrivere gli atti di violenza contro persone, ma il quadro è abbastanza eloquente e non ha bisogno di commenti. Sotto la pressione di questi avvenimenti l'Alleanza del lavoro proclamò lo sciopero generale. 6 Dato che Ravenna era la principale roccaforte dei so– cialisti di destra, questi si trovarono indeboliti nella loro opposizione allo sciopero. Molti di coloro che all'ultimo momento furono trascinati a votare in favore dello sciopero, non solo intendevano protestare contro questa di– struzione irragionevole, ma speravano anche che un largo spiegamento delle forze antifasciste, tale da mostrare che i fascisti · non erano i padroni del paese, avrebbe condotto alla formazione di un ministero di sinistra. Per farvi aderire questi elementi non rivoluzionari, l'Alleanza del lavoro, nef procla– mare lo sciopero, dichiarò che urgeva spezzare " un assalto in forze agli organi dello Stato. " La notizia dello sciopero colse di sorpresa i deputati socialisti riformi– sti, mentre erano a mezzo i negoziati per la formazione del ~uovo gabi– netto. Lo sciopero mandò a monte tutti i loro sforzi in favore della collabo– razione governativa. Impedirlo non era stato loro possibile, perché gli estre– mis~i che lo avevano proclamato non erano sotto il loro controllo, e i dirigenti della Confederazione del lavoro, una volta commesso lo sbaglio iniziale di avere aderito all'Alleanza, erano impegnati ad attenersi alle decisioni della maggioranza. Se avessero sconfessato lo sciopero, essi sarebbero stati tenuti responsabili del suo fallimento, in un momento in cui i fascisti avrebbero approfittato del fallimento per sferrare una nuova Òffensiva. Se avessero mantenuto il silenzio, sarebbero stati accusati di aspettare a vedere come an– dava a finire prima di pr~ndere una decisione. Nella difficile situazione in cui si trovavano, essi fecero la scelta peggiore: sostennero quegli elementi secondo le cui intenzioni lo sciopero doveva essere una protesta contro la 5 Ibidem, pp. 109-110. 6 Villari (The Awakening of Italy, cit., p. 153) fa apparire questo sciopero nato in una notte come un fungo, e poi dice: " Dei tanti scioperi che avevano avuto luogo negli ultimi tre anni, nessuno era piu assolutamente ingiustificato di questo. " 593 BiblotecaGinoBianco

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