Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 logna. Già da un anno esso sosteneva l'alleanza tra il partito popolare e i fascisti; inoltre, denunciava il pericolo che grosse organizzazioni (cioè, i sindacati dipendenti dal partito popolare) potessero far passare in secondo piano "quella forza unificatrice che sola si trova nell'Azione cattolica." 12 L'Unità Cattolica di Firenze a sua volta cominciò a chiedere con fervido zelo che i cattolici ritornassero alle loro " tradizioni gloriose. " I clerical– conservatori non osavano accusare i popolari di essere democratici, perciò muovevano contro di essi l'insinuazione che non fossero abbastanza catto– lici. Speravano cosf di provocare lo smarriménto nelle masse. Senza dubbio la campagna dei giornali clerical-conservatori nel gennaio 1922 fu voluta dal Vaticano. Ne è prova l'articolo dell'Osservatore Romano. Articoli su questioni di quel genere non vengono mai pubblicati dall'Osser– vatore se prima non sono stati approvati dalla segreteria di stato. Per comprendere l'atteggiamento del Vaticano va tenuto •presente che la Santa Sede attraversava gravi difficoltà finanziarie. Già al tempo di Pio IX, l'obolo di Pietro bastava appena a coprire le necessità del Vaticano. Leo– ne XIII si guadagnò la reputazione di avaro, riducendo le spese inflessibil– mente. Pe"r aumentare le sue risorse, si avviò in una serie di speculazioni edilizie in Roma, cercando cioè di fare quattrini approfittando del fatto che come capitale d'Italia la città si andava sviluppando, e questo mentre al tempo stesso protestava che Roma non doveva essere la capitale d'Italia. La tragica crisi dei beni immobili del 1887 si portò via gran parte dei suoi ri– sparmi. Pio X dovette vivere giorno per giorno. Per far fronte alle spese piu essenziali, vendeva tutti i beni di valore che riceveva in dono dai suoi devoti. Durante la guerra, sotto Benedetto XV, i cattolici di Francia e di Bel– gio dovettero ridurre in modo drastico i loro contributi all'obolo di Pietro, non solo perché impoveriti dalla guerra, ma soprattutto perché scontenti della politica di Benedetto XV e del cardinal Gasparri. In seguito alla rivo– luzione bolscevica, le corporazioni religiose francesi, che avevano investito in Russia enormi capitali, avevano perduto tutto, e non soltanto non potevano piu contribuire al mantenimento della Santa Sede, ma avevano bisogno esse stesse di essere aiutate da questa. Alla fine della guerra anche i buoni del tesoro austriaci furono ridotti a zero, mentre nel 1915 il cardinal Gasparri aveva ceduto parte dei titoli italiani posseduti dalla Santa Sede per acqui– stare titoli austriaci. 13 La spaventosa crisi economica che a partire dal 1919 sconvolse l'Austria e la Germania privò il Vaticano dei contributi dei te– deschi cattolici, mentre francesi e belgi continuavano a non contribuire. Per la maggior parte il Vaticano visse nel periodo del dopoguerra dei con– tributi del Nord e Sud-America, ma tali entrate non coprivano tutte le spese. 12 Cit. trad. . • 18 Dobbiamo questa notizia ad una fonte fidata, cioè a persona che aveva una pos1z1one 1m~ortante nel Banco di Roma, i cui direttori consigliarono la Santa Sede a compiere l'ope– raz10ne. BiblotecaGino Bianco

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