Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il partito popolare e il Vaticano fosse opportuno allearsi con i socialisti per formare un gabinetto che disar– masse i fascisti e ponesse fine alla guerra civile. Il 13 settembre del 1921, il settimanale Il Popolo Nuovo, organo ufficiale della direzione del partito po– polare, controllato da Don Sturzo, rese noti i termini che i socialisti avreb– bero dovuto accettare per rendere possibile un'alleanza. Essi erano "la liber– tà e il rispetto della coscienza cristiana, " specificare un programma ragio– nevole di immediate riforme finanziarie ed economiche, e garantire alle organizzazioni popolari diritti uguali a quelle socialiste. Commentando tali affermazioni, la Tribuna cosf diceva: "Per la prima volta ed esso per primo, il partito popolare formula al partito socialista una base concreta di intesa e di attività comune. " 9 Il problema venne discusso al congresso nazionale del partito che si tenne a Venezia dal 20 al 23 ottobre del 1921. I clerical-conservatori, sep– tendosi in minoranza, non osarono proporre al partito di allearsi con i fa– scisti e con i gruppi conservatori non cattolici; si limitarono a richiedere che tale alleanza non fosse vietata. I democratici, che rappresentavano la stra– grande maggioranza, accettarono di non escludere in modo assoluto una alleanza con le destre; ma la dichiarazione votata dal congresso offriva un'al– leanza ai socialisti, qualora questi considerassero "travolte dalla realtà le illusioni apocalittiche di un governo o di una dittatura di classe," e accet– tassero "una politica di realizzazioni e di dirette responsabilità, contraddi– cendo alla intransigenza collaborazionista, ultimo tentativo di sequestrarsi dalla complessa, organica vita collettiva." 10 Se i socialisti avessero accettato questa' offerta, un anno prima della marcia su Roma sarebbe sorto un governo solido, sostenuto in Parlamento da una forte maggioranza, il quale forse avrebbe ristabilito la pace pubblica, in Italia e salvato dalla rovina le istituzioni parlamentari. Ma i_massimalisti erano drogati dalle formule marxiste, e i socialisti di destra erano indecisi e timorosi di assumersi le responsabilità del governo. Di conseguenza, quando i clerical-conservatori sostenevano una alleanza tra il partito popolare e i partiti conservatori non cattolici rinforzati dai fascisti, essi avevano il van– taggio di sostenere una politica possibile; mentre i popolari, paralizzati dalla cecità dei massimalisti e dalla indecisione dei socialisti di destra, non ave– vano nessuna possibilità per una azione positiva. In aiuto ai clerical-conservatori venne l'Osservatore Romano con un articolo del 1 gennaio 1922. Il giornale ufficiale del Vaticano .lamentava che attualmente "l'azione schiettamente e apertc:!.mentecattolica è meno sentita da uomini politici, da organizzatori e da scrittori. " Poi intervenne il Citta– dino, di Brescia, attaccando il partito popolare· e le organizzazioni che da esso dipendevano, in quanto non ponevano al primo posto l'azione cattolica, ma "una politica meno sana." 11 Terzo venne L'Avvenire d'Italia, di Bo- 9 r 4 settembre 192 r.. 10 E. VERCESI, Il movimento cattolico in Italia, p. 2 1 o. 11 Cit. trad. BiblotecaGinoBianco

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