Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: Vitalia dal 1919 al 1929 essere sempre stato un rivoluzionario, senza soluzione di continuità, dalle sue giovanili scappate in Romagna e in Svizzera sino al vertice del potere. E se i suoi seguaci saccheggiavano, bruciavano, uccidevano, ciò accadeva perché essi andavano compiendo una "rivoluzione." Per.fino un ammira– tore di S. Francesco d'Assisi, quale G. K. Chesterton, condivise l'opinione che "gli inscusabili atti di violenza" del fascismo dovessero essere giudi– cati da un diverso punto di vista che non quello di una normale moralità, e concluse affermando che "è tanto giusto quanto facile e, in un certo senso, altrettanto giusto de.fi nire Michael Collins un assassino quanto de.fi– nire Mussolini un assassino." 21 ~fettere sullo stesso piano "rivoluzionario" Michael Collins, che non ha mai ricevuto l'appoggio della polizia, della ma• gistratura, o dell'esercito di Inghilterra, Scozia o Irlanda, e Mussolini che in Italia è stato sostenuto proprio da queste forze, richiede uno sforzo di buona volontà abbastanza eccezionale. Basandosi sul fatto che il fascismo non fu "terrorismo" ma "rivoluzione," era facile arrivare a scoprire che tutte le azioni di violenza fasciste erano legittime. " Di fatto - scrive \in propagandista inglese - ci troviamo di fronte a una rivoluzione che per molti aspetti è di importanza non meno fondamentale della rivoluzione francese e di quella russa. (...) Sfortunatamente, è inevitabile che gli eccessi si accompagnino a ciascuna di queste grandi rivoluzioni. Ogni persona ra– gionevole li considererà perciò per quello che sono. " 22 I mistici cristiani risolvono tutte le incongruenze del loro pensiero in un atto di amore soprannaturale in cui spariscono tutte le contraddizioni. Mussolini risolse tutte le contraddizioni nella magica parola "rivoluzione." Coloro che credono nella "rivoluzione" devono vivere pericolosamente, sfi– dare la vita, osare o morire. L'azione per la vittoria della "rivoluzione" non ha bisogno di essere giustificata né da regole logiche né da princip1 morali. -Ai giovani Mussolini offd l'idea che soltanto lui e il suo partito operassero per la "rivoluzione," mentre tutti gli altri partiti tradivano la "rivoluzione." Per questi giovani egli fu il leader, il "duce," il "salva– tore," l' "inviato da Dio," l' "uomo del destino." Egli condusse una buona parte dei giovani italiani a uno stato di eccitazione frenetica. Lo storico futuro che cercherà di richiamare in vita nelle sue pagine gli uomini e gli eventi della "rivoluzione fascista" in Italia, e che ne saprà piu di quanto non ne sappiamo noi, perché un altro secolo di ricerche si sarà aggiunto alla nostra documentazione, arriverà probabilmente a conclu• dere la sua narrazione sulle origini e sui primi sviluppi del fascismo affer• mando semplicemente: non fu Mussolini il creatore del movimento fascista, ma egli fu il vero e concreto creatore del mito e del misticismo fascista. 21 G. K. CHESTERTON, The Resitrrection of Rome, New York, Dodd, Mead & C., 1930, pp. 2r9 sgg. (Michael Collins, 1890-1922, fu uno dei leaders del nazionalismo irlaudest.>. [N.d.C.]). 22 J. S. BARNES, The Universal Aspects of Fascism, London, Williams and Norgate, Ltd., 1928, JJ!J. 14-15. BiblotecaGino Bianco

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