Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

·' Un capo che precede, non un capo che segue" Il fascismo è stato un movimento super-relativista perché non ha mai cercato di dare una veste definitiva "programmatica " ai suoi complessi e potenti stati d'animo, ma ha proceduto per intuizioni e frammenti. (...) L'aver tolto dagli altri partiti ciò che ci piace e ci giova e l'aver respinto quello che non ci garba e ci nuoce (...) costituiscono altrettante documentazioni della nostra mentalità relativistica. 18 I mercenari che formavano le file del movimento non avvertivano la necessità di una dottrina politica logicamente articolata; essi avevano di fronte a sé µn compito vantaggioso ed immediato: _ abbattere ogni forma di resistenza e riscuotere un salario per tale onorevole comportamento. Ai giovani intellettuali a cui stavano a cuore gli ideali, Mussolini offriva i fuochi d'artificio sindacalisti. Molta gente non lo avrebbe mai seguito se si fossero resi conto che essi agivano in fav.ore di interessi egoistici e reazio– nari; ma Mussolini si faceva giuoco di loro, facendoli credere che quanto stavano realizzando era una nuova e piu nobile forma di civiltà. Agli indu– striali, ai proprietari terrieri, ai banchieri e ai commercianti, che non per– cepivano salari ma piuttosto sborsavano loro stessi denaro, e che non si sarebbero contentati di fuochi d'artificio, egli offriva le spedizioni puni• tive, le devastazioni delle organizzazioni operaie, l'uccisione e la messa al bando degli organizzatori. Con i repubblicani, si dichiarava egli stesso re– pubblicano in potenza'. Con gli ufficiali dell'esercito e con i generali sedi– ziosi che davano credito al movimento, prometteva che sarebbe diventato monarchico non appena il Re fosse diventato piu monarchico. Uno dei suoi giuochi verbali piu riusciti - e che era destinato ad avere in Italia e fuori d'Italia un brillante futuro - fu quello di dare il nome magico di "rivoluzione" al movimento di violenza illegale condotto dai suoi seguaci con la connivenza delle autorità militari, della magistratura e della polizia. Quando la violenza illegale è adoperata dalle forze del go- . verno regolare contro individui od organizzazioni che sono fuori del go– verno, tale illegalismo non è "rivoluzione," è "terrorismo." Mussolini riu– sd a meraviglia a capovolgere ogni nozione cos1 bene che ci furono per– sone che non sospettarono mai che sotto una cortina di parole "rivoluzio– narie" si andava compiendo 'una impresa del capitalismo e del militarismo. 19 Egli era solito dire: "Piu c'è confusione e meglio è." 20 Definendo come una "rivoluzione," o una "grande rivoluzione," o meglio ancora la "piu grande rivoluzione della storia," il movimento fascista, egli si andava creando la piu abile delle giustificazioni a sua dife_sa contro l'accusa di incongruenza e opportunismo. ~gli si metteva in grado di sostenere di 18 " Popolo d'Italia, " 22 novembre 192 1. 19 " Il merito del fascismo è stato quello di afferm·are con una mirabile chiarezza teo– rica, l'esigenza della controrivoluzione nazionale (... ) ed il merito del fascismo è stato quello di avere operato una tale rivoluzione salvatrice" (B. GIULIANO, L'esperienza politica del– l'Italia, cit., p. 306). Nel 1932, nei suoi colloqui con Ludwig, Mussolini disse: "Quella pa_• rola (rivoluzione permanente) fa un'impressione mistica sulla massa. Anche sugli spiriti su•• periori ha un effetto stimolante. Costituisce una eccezione nel tempo e dà all'uomo co!llune l'impressione di prender parte ad un movimento ecceziona1e " (E. LUDWIG, · Colloqui con Mussolini, Milano, Mondadori, 1932, pp. 106-107). 2 ° Cit. trad. 577 iblotecaGino Bianco

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