Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 Quando avvenne a Sarzana lo scontro tra fascisti e carabinieri, Mus– solini deplorò la mancanza di disciplina tra i suoi seguaci: Con lo sviluppo enorme preso dal nostro movimento sono confluiti nei fasci migliaia di individui che hanno interpretato il fascismo come una difesa di determinati interessi personali e come una organizzazione delle violenze per la violenza. Parecchie volte su que– ste colonne fu detto che la nostra violenza doveva essere cavalleresca, aristocratica, chirur– gica, e quindi, in un certo senso, umana. Ma fu detto invano. (...) Si tratta di ristabilire prontissimamente il senso della disciplina individuale e collettiva, ricordando che in un paese come l'Italia, anarcoide nelle tendenze e negli spiriti, il fascismo si annunziò come un movimento di restaurazione della disciplina. Ora non si può pretendere di imporre una disciplina alla nazione se non si è capaci dell'autodisciplina. 9 Il 3 agosto del 1921, rappresentanti del partito fascista e della Confe- . derazione del lavoro firmarono un accordo, in cui si impegnavano "a fare immediata opera, perché minacce, vie di fatto, rappresaglie, punizioni, ven• dette, pressioni e violenze personali di qualsiasi specie abbiano subito a cessare. " Le cose andarono di male in peggio. Sessanta segretari di sezioni dei Fasci in rappresentanza di 160.000 iscritti si riunirono a Bologna e non riconobbero l'accordo. 10 Mussolini si sentf offeso e si dimise dalla commissione esecutiva dei Fasci. Il 7 agosto 1921 scrisse: Il fascismo non è piu liberazione, ma tirannia; non piu salvaguardia della nazione, ma difesa di interessi privati e delle caste piu opache, sorde, miserabili che esistano in Italia. 11 Nel Popolo d'Italia del 18 agosto 1921, egli domandava: Come realizzarla ora la pace? Pensate, forse, di poterla effettuare attraverso lo ster– minio dei due milioni di cittadini che hanno votato per il pus? O non correte il rischio di cronicizzare la guerra civile? O l'altro di vedervi rivoltare contro l'anima intera della na– zione? O il terzo rischio di dover "subire" domani una pace pussista, attraverso un altro non improbabile capovolgimento delle situazioni? E i segni di ciò non li vedete? Il fronte unico antifascista che il patto di Roma spezzava, non si riformerà quasi automaticamente domani? (...) Chi è sconfitto deve andarsene. Ed io me ne vado dai pnrm posti. Resto e spero di poter restare semplice gregario del Fascio milanese. Cesare Rossi, collaboratore intimo di Mussolini, ne seguiva l'esempio il 20 agosto 1921, cosf scrivendo: Poiché io sono stato uno dei piu caldi propugnatori del trattato di tregua, ed anche uno dei suoi firmatari non posso piu seriamente ed onestamente rimanere fra i dirigenti l'organizzazione fascista, quando questa ( ...) in clamorosi voti di congressi regionali, e quel che piu conta, con gli atti di ogni giorno ha dimostrato la sua precisa ed assoluta ostilità al rispetto ed all'applicazione di detto trattato. (...) Il primitivo carattere interventista del fascismo è sparito dinnanzi alla folla degli ultimi venuti, venuti soprattutto quando il ne– mico batteva in ritirata; l'immissione nel fascismo (...) delle in.finite vecchie cariatidi delle consorterie clerico-agrarie-conservatrici paesane erano destinate a cancellarne i maschi 57° 9 "Popolo ,d'Italia," 24 luglio 1921. 1 ° C. BEALS, Rome or Death, cit., p. 64. 11 " Popolo d'Italia. " BiblotecaGino Bianco

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