Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

"Un capo che precede, non un capo che segue". denzialmente repubblicani " che erano o dovevano essere. (...) Il nostro simbolo non è lo scudo dei Savoia; è il fascio littorio, romano e anche, se non vi dispiace, repubblicano. (...) L'astensione fascista (dalla seduta di apertura della Camera) è un gesto di pura e sem– plice coerenza. (...) Non è permesso di predicare in un modo e praticare in un altro. Se per avventura queste mie idee non incontrassero l'approvazione del fascismo, non me ne importerebbe affatto. Io sono un capo che precede, non un capo che segue. Il giorno dopo, di fronte alle crescenti proteste dei suoi seguaci, " il capo che precede e non segue" cominciò a mettere acqua nel vino: Il fascismo è (...) al di sopra della monarchia e della repubblica. (...) Se il fascismo è monarchico, non è piu fascismo; se il fascismo è repubblicano, non è piu fascismo. (...) Non intendiamo di sostituirci al partito repubblicano, ma non intendiamo nemmeno di genufletterci dinnanzi al trono. 5 ( ••• ) Chi da questo atteggiamento fascista vuole arguire che il fascismo sposa la causa repubblicana e, anzi, la pregiudiziale repubblicana, rivela la piu lamentevole incomprensione politica. Ma io, e qui parlo in prima persona, ho voluto intenzionalmente fare la nota affermazione, perché volevo gettare un sasso o iniziare addi– rittura una sassaiola contro parecchi ranocchi, piu o meno verdi e crocidanti, che ho visto affiorare, laddove il magnifico fiume della giovinezza fascista minaccia di stagnare nel morto padule della conservazione e dell'egoismo. (...) Nel fascismo vi sono nascoste delle " indite viltà " di gente che aveva paura degli altri o paura di noi; si sono insinuati nel fascismo egoismi rapaci e refrattari ad ogni spirito di conciliazione nazionale e anche non mancano coloro che del prestigio della violenza fascista si sono serviti per i loro misera– bili calcoli personali o che la violenza intesa come mezzo hanno tramutato in violenza fine a se stessa. 6 · Mussolini si trovava a dover fronteggiare un violento moto di rivolta da parte dei nazionalisti, i quali erano decisi a distruggere sino all'ultima tutte le organizzazioni socialiste e popolari. 7 Uno dei leaders di questa rivolta era lo stesso Grandi, che nel febbraio del 1921 si era soffermato con tanta attenzione sul pericolo che il movimento fascista diventasse un puro movimento di reazione. Come Mussolini, Grandi passava dalla destra alla sinistra e dalla sinistra alla destra con versatilità incredibile. Mussolini non si arrese. Il 13 luglio del 1921, scriveva: Fino ad ora le abbiamo curate (le masse di lavoratori) con rimedi energ1c1. Ma grande e sottile medico è colui che sa adattare le medicine al corso della malattia. Ognuno di noi può constatare che lo stato d'animo delle masse operaie è fondamentalmente diverso da quello di due anni fa. Penso che oggi si possa cambiare la medicina e sia da andare verso queste masse operaie per conviqcerle della fallacia di tutte le dottrine socialiste. (...) O noi abbiamo la convinzione che siamo i portatori di una verità, e allora dobbiamo essere anche pronti a scendere su altri terreni di lotta; o noi rimarremo sempre sul terreno della violenza, e allora sarà palese che in noi non c'è nessuna verità e che noi rappresentiamo un fenomeno puramente negativo. Ora io stesso, che, per ragioni nazionali e, soprattutto, umane, ero proclive ad accedere su questo terreno, oggi sono contrario. 8 6 Salvemini introduce a questo punto la seguente frase: " Nessuno può giurare che la causa d'Italia sia necessariamente legata alla sorte della monarchia, come pretendono i na– zionalisti, o alle istituzioni della repubblica, come credono i repubblicani. " Ma essa fa parte di un articolo di Mussolini del giorno seguente (" Popolo d'Italia," 26 maggio 1921). [N.d.C.] 8 " Popolo d'Italia, " 2 5 maggio 192 r. 7 Si veda l'articolo del luglio 1921 di M. PANTALEONI, dove si denuncia la degenera_– zione "bolscevica" del fascismo (Bolscevismo italiano, cit., pp. 214 sgg.). 8 " Popolo d'Italia. " , iblotecaGinoBianco

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