Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

" Un capo che precede, non ttn capo che segue,, connotati (...). La nostra balda minoranza del 1919 ( ... ) è stata travolta dalle successive ondate impetuose che (...) rappresentavano solo o stati d'animo d'artificio o d'esaltazione o interessi di classe, di casta e di zona. Forte di questi nuovi elementi, il fascismo (...) è diventato un puro, autentico ed esclusivo movimento di conservazione e di reazione. Ma non la nostra affermata e giustamente affermata "reazione" (...) reazione predicata e pra– ticata quando l'Italia correva sul serio il rischio di cadere in baHa della dittatura della tes– sera del pus; (...) ma la reazione idiota, crudele ed inutile contro tutto ciò che puzza di conquista consapevole, ineluttabile, razionale, della vita contemporanea, contro tutto ciò che è ordine acquisito e pacifico. Già, perché i fascisti delle zone bellicose negano ormai (...) i fenomeni piu normali della vita sociale (...). Si vuole, per esempio, esiliare lo sciopero - manifestazione che possiamo, sf, augurarci di rendere meno frequente e meno dannosa, ma che è pur sempre una realtà econòmica che non si può sopprimere (...) non solo, ma di fatto si arriva a violentare la libertà di riunione, di stampa e di associazione degli avver– sari. È insomma la mentalità codina, tirannica e sopraffattrice che noi abbiamo rimpro– verato al partito socialista negli anni aurei o tenebrosi della sua tracotanza che si trasferisce in pieno nel campo fascista. (...) Vi siete mai chiesti, per esempio, cosa rappresentino di sacro quelle case con tutto il loro carico di masserizie e di affetti, che in alcune zone della Val Padana i nostri gregari bruciano con tanta serenità sol perché abitate da avversari? (...) La mozione D'Aragona, votata durante l'occupazione delle fabbriche a Milano il 12 set– tembre 1920 contro l'estensione politica del movimento (cfr. cap. XVII, p. 519) (...), la · scissione avvenuta al congresso di Livorno (cfr. cap. XVIII, p. 536), la politica e la crociata anti-socialista ed anti-confederale dei comunisti, lo smagamento del leninismo nella coscienza operaia (cfr. cap. XVIII, p. 529), la riscossa nazionale avvenuta nelle ele– zioni amministrative ultime (cfr. cap. XVIII, p. 530), la stessa offensiva (...) del fasci– smo, la nuova scissione socialista: sono tutti elementi che non esistono e che non valgono per i nostri superficialoni abituati a tutto livellare e tutto confondere. ( ...) Siamo andati avanti ancora un po' fra l'inaugurazione di un gagliardetto e l'investimento di una città, senza riuscire a fissare un'opera d'insieme, senza saperci dare una disciplina interna, in– capaci a riflettere, incapaci ad affrontare e risolvere i problemi politici dell'ora. Osservo che i Fasci (...) si sono ben guardati dal fondare una biblioteca di cultura, al massimo si sono limitati a distruggere quelle degli avversari (...). (...) Gli avversari del patto di paci– ficazione non banno capito che esso rispondeva ad una necessità e ad un dovere nazionale ed in particolare all'interesse immediato e futuro del fascismo. 12 Parole al vento! Gli industriali, gli agrari e la cricca militare non erano disposti ad ascoltarle; e i fascisti che eseguivano le spedizioni punitive, ecci– tati dal combattimento, contenti di dare la caccia ai contadini " bolscevichi " come a bestie feroci, ben pagati e sicuri dell'impunità, erano disposti ad ascoltarle anche meno di coloro che a sangue freddo tiravano i fili. In questa situazione, che cosa fece allora il "capo che precede e non segue"? Se avesse continuato a condannare "la reazione idiota, crudele ed inutile," Mussolini si sarebbe ritrovato a capo di un esercito in disfaci– mento e senza gli aiuti dei grossi affaristi; il suo giornale sarebbe fallito. A qualsiasi costo egli era deciso a non permettere che le cose arrivassero a questo punto. Molti anni dopo disse a Briand che " il Rubicone non si può passare due volte. " Mussolini cessò di andare contro corrente. Si dedicò alle meditazioni filosofiche e scopd che il fascismo non possedeva una pro– pria dottrina e che a tale inconveniente si do~eva trovare al piu presto un rimedio. "Il fascismo italiano - scriveva il 27 agosto 1921 - pena la 12 " Popolo d'Italia. " 57 1 ~-------- . BiblotecaGino Bianco

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