Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La congiura militare colpo di rivoltella contro di essi. Nella confusione che avvenne, i due comunisti riuscirono ad eclissarsi. 15 [La notizia di questo scontro si sparse rapidamente tra la massa fascista.] I fascisti, divisi in forti gruppi, si recarono alle sedi dei circoli socialisti dei sobborghi (...) ed alla Camera del lavoro, e li devastarono. Sulla pubblica piazza furono ammucchiati quadri, carte, qualche panca ed il tutto fu dato alle fiamme. L'autorità aveva preso lodevolissime misure, le truppe erano stazionate qua e là, forti gruppi di carabinieri e di militi della regia guardia guardavano i punti piu centrali della città, camions carichi di agenti della forza pubblica erano pronti nel cortile del palazzo prefettizio per accorrere ove vi fosse bisogno: nell'andito dello stesso palazzo stava un'auto– mitragliatrice, ma !!assalto ai vari circoli socialisti fu cosi improvviso, cosi immediato (/) che non poté essere impedito. Quattro o cinquemila formano un bel numero ... La forza pubblica prudentemente si limitò a intervenire per evitare danni maggiori; se si fosse im– posta sarebbe nato un macello. Si noti che tutte le v1e della città e dei sobborghi rigurgi– tavano di una folla enorme mai vista a Ravenna. La residenza della Federazione delle cooperative, sita in via Mazzini, era guardata da un buon nerbo di agenti della forza pubblica. Un forte gruppo di fascisti si recò sotto di essa gridando: "Fuori la bandiera, fuori i tre colorii " I funzionari di P.S. che colà si trovavano, assicurarono i dimostranti che la bandiera nazionale sarebbe stata esposta; ma mentre essi parlamentavano con la massa dei fascisti, ·alcuni di questi, arrampicatisi come scoiattoli su per le inferriate delle finestre - e poco dopo anche per mezzo di una scala - riuscirono a penetrare in quel palazzo e ad esporre la bandiera. [Registri e fasci di carte furono gettati dalle finestre e dati alle fiamme.] . Alla sera mentre un camion carico di fascisti passava davanti al Caffè-Caffè (...) da un giovinotto che trovavasi seduto in quell'esercizio, fu lanciato contro il camion stesso, non si sa bene se un piattello o un bicchiere. Un fascista saltato a terra dal camion, diede un colpo di bastone all'imprudente giovinotto. Mentre ciò avveniva, dal Caffè-Caffè parti– rono alcuni colpi di rivoltella a cui risposero i fascisti, i quali poi, entrati nell'esercizio, lo devastarono completamente fracassando mobili, frantumando specchi, cristallerie, terra• glie, bottiglie di liquore, ecc. [Il giorno dopo le autorità riuscirono a far ripartire i fascisti con dei treni speciali.] È evidente che vi fu la connivenza delle autorità militari con i fascisti, anche se si accetta la versione dei fatti che attribuisce ai cosiddetti "comu• nisti " la responsabilità della prima provocazione. In casi come questi, prima o poi un colpo di revolver viene sparato sempre, e sempre una parte cerca di rigettare sull'altra la responsabilità. Ma la vera responsabilità è di coloro che hanno creato, o hanno permesso che altri creassero, una situazione tale in cui si arriva al colpo di revolver. Permettere che piu di tremila persone armate si concentrino in una città, e quindi protestare che non è pos– sibile intervenire senza dar luogo ad un macello - e questo in un paese in cui l'esperienza di tutto un anno aveva mostrato come comincino e come 15 Questa parte del racconto si deve intendere cum grano salis. Nelle cronache di queste spedizioni che danno i giornali fascisti o filofascisti, gli scontri hanno sempre inizio per uno sparo o una provocazione dei comunisti. In questo caso, è possibile che due comunisti siano scomparsi dopo avere sparato due volte contro i fascisti e senza ferire nessuno? Luigi Fabbri (La controrivoluzione preventiva, cit., pp. 66-67). descrive i fatti come segue: "Nella loro marcia militare i fascisti devastano nell'andata, i circoli di Godo e San Michele For– nace. A Ravenna cominciano subito con le imposizioni di scoprirsi al passaggio dei gagliar– detti; e bastonate ai recalcitranti! Fra i bastonati c'è anche qualche straniero venuto per l'occasione. La mattina del 12 settembre i fascisti irrompono in un'osteria e vogliono i do– cumenti personali dei presenti. Uno, certo Colombo, scoperto con la tessera della Camera del lavoro, è investito con furore; fugge ed è inseguito coi bastoni levati. S'ode finalmente un colpo di rivoltella... Il pretesto è creato; e nel pomeriggio incominciano le spedizioni puni– tive. " Tra la versione fascista e quella antifascista, è possibile arrivare alla esatta verità. 81b teca Gino Bianco

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