Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harva1·d: L'Italia dal 1919 al 1929 bita a tutti i costi. 9 Evidentemente nel fare questa promessa era sincero. Inoltre non poteva non vedere la necessità di evitare uno scandalo in una occasione come questa e alla presenza di tanti stranieri. Ma Bonomi non aveva fatto i conti con il generale Sani, comandante del corpo di armata di Bologna, che comprendeva nella sua giurisdizione anche Ravenna. Quest'uomo era colui che avrebbe dovuto impedire la " marcia su Ravenna, " che generosamente era stata propagandata in anti– cipo.10 Ma il giorno della celebrazione, mentre i fascisti stavano avanzando sulla città, egli se ne andò invece a Ravenna a rendere omaggio a Dante. Sani fu notoriamente uno di quei generali che, negli anni della guerra ci– vile, dettero nella loro zona l'aiuto piu attivo ai fascisti, consegnando loro • armi e permettendo agli ufficiali dipendenti di partecipare alle spedizioni punitive. I fascisti avevano quindi via libera per questa inaudita dimostrazio– ne. Il 9 settembre, squadre di camicie nere, bandiere al vento, comincia– rono a raccogliersi indisturbate a Bologna, arrivando da Rovigo, Reggio, Modena, Carpi, Finale, ecc. Alle sei del mattino del ro settembre, una co– lonna di° 450 fascisti con le trombe in testa, si mise in cammino. 11 La co– lonna ebbe la delicatezza di evitare Imola, centro socialista, e passando per Medicina marciò direttamente su Lugo. Contemporaneamente, un'altra co– lonna di 500 fascisti partf da Ferrara, incamminandosi per Argenta. Le due colon.ne si incontrarono a Lugo nel pomeriggio dell'rr settembre. 12 Strada facendo, naturalmente il loro numero aumentava. Quattro camions di guar– die regie seguivano la marcia! 13 La mattina del 12 settembre, 3.000 fascisti invasero Ravenna. I fatti di Ravenna del 12 settembre fu~ono narrati dal corrispondente del Giornale d'Italia il 22 settembre 1921, nel modo seguente 14 : I fascisti giunsero a Ravenna sulle ore r r del giorno 12 e percorsero le principali vie della città, cantando i loro inni, salutati da battimani e da evviva della folla che si assie– pava al loro passaggio. [I fascisti costrinsero tutti a scoprirsi mettendo in opera i loro man– ganelli contro i sordi e i distratti. Tuttavia non ebbe luogo nessun incidente (sic) degno di nota.] Nel pomeriggio, mentre alcuni fascisti stavano seduti in un pubblico esercizio sito fuori Porta Saffi, furono loro rivolte parole poco corrette da un comunista. Costui ad un ·tratto esplose un colpo di rivoltella contro gli avversari, colpo che andò a vuoto. I fascisti rincorsero lo sparatore, ma un altro comunista si parò loro dinnanzi sparando un altro 0 Lo stesso Baldini raccontò a chi scrive della promessa fattagli da Bonomi. 10 Secondo il Regolamento per il servizio territoriale, 8 luglio 1883 (Art. 30, par. 218), le autorità militari non possono prendere nessuna iniziativa nella repressione di disordini, se non siano state pr°ima richieste dalla polizia. Ma l'appendice al regolamento, pubblicata nel 1899 e ancora in vigore nel 1922 (vedi l'edizione del 1922), stabiliva che era dovere delle autorità militari prendere le misure necessarie per la repressione, in caso di gravi disordini, anche se non ci sia stata nessuna precedente richiesta da parte della polizia. u " Resto del Carlino, " 11 settembre 192 r. 12 Ibidem. 13 "Resto -del Carlino," 13 settembre 1921. 14 Va tenuto presente che il " Giornale d'Italia " era favorevole ai fascisti, e protestò contro i " resoconti esagerati " che furono messi in circolazione sugli incidenti di Ravenna. (Citazione parzialmente tradotta.) BiblotecaGino Bianco

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