Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La congiura militare informare di quello che stava succedendo. Inutile dire che nessuno dei fa– scisti fu arrestato, per quanto il nome del loro capo, Castellani, segretario del Fascio per la provincia di Grosseto, fosse sulla bocca di tutti; mentre furono arrestati e condannati severamente tre uomini ritenuti colpevoli dell'imboscata. Molti altri abitanti del paese furono arrestati senza alcun motivo e trattenuti in prigione per non breve tempo. Roccastrada è un piccolo paese. Treviso è una città importante. La "spedizione punitiva" contro Treviso, il 12 luglio 1921, non era diretta contro i comunisti o i socialisti, ma contro i popolari, che si erano schierati dalla parte di alcuni lavoratori contro due proprietari terrieri iscritti alla organizzazione fascista. Millecinquecento uomini - scrive il giornalista americano Mowrer - condotti dalle località piu lontane, quali la Tosc;ana e Trieste, armati di fucili, bombe a mano, mitraglia– trici ed elmetti, forniti in parte dall'esercito regolare, arrivarono a Treviso la sera tardi su cento camions preceduti da una automobile bianca. Protetti dal buio, circondarono le mura della città e si inoltrarono nelle strade. Il loro piano era perfetto, e loro nemico "chiunque non fosse fascista. " Per prima cosa i fascisti assaltarono e saccheggiarono gli uffici del quotidiano popolare Il Piave, poi quelli del repubblicano Riscossa, dove alcuni difensori furono sopraffatti dopo alcune ore di assedio. L'alba trovò i fascisti padroni della città, dato che la polizia e i soldati avevano assunto un atteggiamento di " neutralità benevola. " E cosi per alcune ore i fascisti rimasero padroni del campo, devastando alcune case e negozi prima di ritirarsi. 8 Nel settembre del 1921 doveva celebrarsi a Ravenna il sesto centenario della morte di Dante, e in tale occasione la città sarebbe stata piena di stra-– nieri, venuti da ogni parte del mondo. Sarebbe stato per tutti i partiti il momento di mettere da parte le loro meschine rivalità e risparmiare ai visi– tatori poco edificanti esibizioni di violenza. Ma il deputato fascista di Bo– logna, Dino Grandi, la pensava diversamente, e un mese prima che si tenes– sero le celebrazioni, propose che per quella data i fascisti effettuassero una ,é marcia su Ravenna." Sembrava - scrisse il filofascista Resto del Carlino, il 13 settembre 1921 - che l'idea fosse di inscenare una grande dimostrazione di tutte quelle forze fasciste che si erano opposte alla pacificazione coi socialisti. I capi avevano in mente una marcia spettaco– lare di formazioni inquadrate con le bandiere al vento, che iniziando da Bologna avrebbe proceduto lungo la Via Emilia sino a Imola, piegando poi tierso Lugo prima di arrivare a Ravenna. Cosf le nuove forze dell'Italia, marciando incolonnate - come era nelle inten– zioni di coloro che prepararono il piano - avrebbero attraversato il territorio classico del comunismo e sarebbero state ricevute a braccia aperte nei paesi e villaggi già repubblicani. Il deputato socialista riformista di Ravenna, Baldini, richiamò perso– nalmente l'attenzione di Bonomi sugli inconv~niènti che sarebbero sorti se si fosse permesso ai fascisti di concentrarsi su Ravenna. Bonomi dette la sua parola d'onore che la marcia dei fascisti sulla città sarebbe stata pro1- 8 E. A. MoWRER, Immortal Italy, cit., p. 367. 561 ibloteca Gino Bianco

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